Il mercato di prodotti biologici è in espansione e i consumatori hanno una buona consapevolezza del loro valore. Tuttavia i nuovi green claim, come “residuo zero” mettono alla prova anche i più preparati. Sarebbe necessario promuovere iniziative di sensibilizzazione e di informazione dei cittadini
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Il biologico cresce, deve crescere la consapevolezza
La consapevolezza dei consumatori è un punto chiave su cui lavorare fornendo informazioni chiare.
Chi acquista un prodotto biologico dovrebbe essere un consumatore con un livello di consapevolezza superiore alla media per almeno due motivi: perché compra cibi che costano di più e perché ha una propensione particolare alla ricerca di materie prime di qualità.
Cresce il consumo di prodotti biologici
Sicuramente il consumo di cibo biologico è in espansione. Eppure, nonostante sia considerato l’emblema del mangiare sano e della sostenibilità, i green claims riescono a confondere anche i consumatori più smaliziati.
È quanto emerge da una ricerca che Nomisma ha svolto in collaborazione con AssoBio da cui emerge il trend positivo del settore nel corso del 2024.
Dall’indagine risulta che il 93% della popolazione tra i 18 e i 65 anni – pari a 24 milioni di famiglie – ha acquistato almeno un prodotto alimentare biologico nell’ultimo anno.
Se pensiamo che nel 2012 la percentuale si attestava intorno al 50%, è più che mai evidente una crescita di consapevolezza – e non una semplice curiosità – nei confronti dei prodotti sostenibili.
Italia al quarto posto per consumi bio
A fronte di un aumento dei consumi così importante, l’Italia è al quarto posto per consumo di prodotti biologici nel mondo. La spesa pro capite è di circa 67 euro (dati 2022), che equivale al 3% della spesa alimentare in iper e supermercati.
La Distribuzione Moderna – espressione del commercio più organizzato e innovativo – genera circa il 58% delle vendite legate ai consumi domestici di prodotti biologici.
Nel 2024 ha registrato un incremento significativo, tanto da raggiungere il valore di 2,2 miliardi di euro, che rappresenta una crescita del 4,5 % rispetto al 2023.
I nuovi green claims generano confusione
Nel mondo del commercio di alimenti biologici si stanno sviluppando nuovi green claims che da un lato catturano l’attenzione dei consumatori, ma dall’altro generano una certa confusione. Uno di questi è “residuo zero”, che riguarda i prodotti alimentari di origine vegetale freschi o trasformati.
Infatti, l’indagine di Nomisma conferma incertezza e scarsa consapevolezza dei valori che tali green claims vogliono esprimere, ma soprattutto c’è perplessità sulle qualità che dovrebbero garantire.
Ad esempio, 2 persone su 3 ritengono erroneamente che “residuo zero” indichi metodi di produzione totalmente privi di chimica di sintesi.
Significative le risposte alla domanda “Quali differenze ci sono secondo lei tra un prodotto alimentare di origine vegetale, fresco o trasformato, a residuo zero e uno biologico?”. Per il 54% dei consumatori il biologico dà maggiori garanzie, il 23%ritiene equivalenti residuo zero e biologico, un altro 23% ritiene che residuo zero sia perfino superiore.
La consapevolezza davanti allo scaffale
Pur se in assenza di certezze granitiche, nella mente dei consumatori il biologico è sinonimo di cibo sano e di qualità.
Lo dimostra il fatto che l’82% associa il marchio bio alla sostenibilità ambientale e il 71% a processi produttivi senza chimica di sintesi.
Inoltre, i consumatori apprezza l’impegno dell’agricoltura biologica per la tutela e la salvaguardia del suolo (79%), per la qualità e tracciabilità garantite dalla certificazione europea (76%) e per l’assenza di prodotti di sintesi (73%).
Un mercato in crescita
Di conseguenza, i prodotti biologici hanno un valore aggiunto per quanto riguarda la sicurezza per la salute (19%), la trasparenza dei processi produttivi lungo la filiera (19%) e migliori proprietà nutrizionali (14%).
Complessivamente, c’è un buon grado di consapevolezza sul valore dei prodotti biologici, ma il 50% degli intervistati ritiene di non avere informazioni chiare sul “residuo zero”.
L’attenzione alla sostenibilità supporta un trend di mercato in crescita; potrebbe migliorare ulteriormente se si promuovessero iniziative di sensibilizzazione e di informazione dei cittadini. Nonostante le criticità attuali, il 21% degli italiani dichiara di essere pronto a spendere di più per prodotti più sani.