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Sensori per smart building: si all’intelligenza ma senza compromettere la privacy

Due ex studenti del MIT hanno sviluppato un’interfaccia di sensori simile alle “cellule neurali” in grado di aumentare l’efficienza degli ambienti senza compromettere la privacy

Smart building: con i sensori “neurali” la privacy è garantita
Credit: Courtesy of Butlr

La sensoristica e le applicazioni IoT sono certamente due componenti indispensabili dello Smart Building, ma qual è il confine tra il controllo in tempo reale 24 ore su 24 e la privacy di ciascun individuo?

Due ex ricercatori del Media Lab del MIT Massachusetts Institute of Technology hanno provato ad interrogarsi su una possibile soluzione in grado di garantire sicurezza e sostenibilità senza invadere la sfera privata.

Costruire spazi intelligenti con sensori senza telecamera

La ricerca di Honghao Deng e Jiani Zeng li ha portati a fondare la società Butlr, il cui obiettivo resta quello di costruire edifici intelligenti dotati di tutti i sensori necessari capaci però di preservare la privacy. 

Il prodotto realizzato in seno al MIT e poi commercializzato dalla società permette di integrare nello smart building dei sensori per la rilevazione in tempo reale, capaci di distinguere forme corporee approssimative, senza però condividere alcuna informazione personale identificabile. 

In questo modo è possibile ridurre i consumi energetici di ogni singolo spazio, efficientando i controlli HVAC, con potenziali risparmi economici nell’ordine dei milioni di euro. 

Ciascun sensore è in grado di comprendere le esigenze dei propri utenti tramite rilevazioni termiche non video.

Lo spazio dovrebbe essere come un’interfaccia utente digitale: dovrebbe essere multiuso e reattivo alle tue esigenze”, sottolinea Deng. “Se l’ufficio ha una grande stanza con persone che lavorano individualmente, dovrebbe automaticamente separarsi in stanze più piccole, oppure luci e temperatura dovrebbero essere regolate per risparmiare energia”.

Il sistema nervoso dello smart building

Le prime reali applicazioni dell’interfaccia di sensori brevettata da Butlr sono arrivate nei campi dei servizi infermieristici e delle residenze per anziani. 

Oltre ad essere in grado di aumentare il livello di attenzione ed assistenza riservato agli occupanti della struttura, allertando il personale medico in caso di necessità senza l’utilizzo di riprese video, la piattaforma può essere integrata con software ad apprendimento automatico o AI. Una volta addestrato il sistema potrebbe fornire feedback sullo stato di salute degli occupanti in base ai movimenti rilevati nella stanza, arrivando addirittura ad indicare un declino delle capacità cognitive o fisiche.

Più in generale, i fondatori di Butlr vedono il loro lavoro come un modo importante per dare forma al futuro della tecnologia dell’intelligenza artificiale, che si prevede diventerà sempre più parte della vita di tutti.“Siamo le cellule nervose nell’edificio, non gli occhi“, afferma Deng. “Questo è il futuro dell’IA in cui crediamo: un’IA che può trasformare stanze normali in spazi che comprendono le persone e che può usare quella comprensione per fare di tutto, dal migliorare l’efficienza al salvare vite nelle comunità di assistenza agli anziani. Questo è il modo giusto di usare questa potente tecnologia”.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.