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Marcia indietro sul CBAM, pronte esenzioni per l’80% delle imprese europee

Per 180mila aziende importatrici (su 200mila) cadrebbero gli obblighi di pagare la tassa doganale sulla CO2 previsti per il 2026

Regolamento CBAM: UE, pronte esenzioni per 80% aziende
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Esentare l’80% delle imprese europee dal meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere. È la proposta su cui si sta orientando la Commissione UE mentre è alle prese con la maxi-sforbiciata agli obblighi per le aziende. Nell’Omnibus, atteso per il 26 febbraio, dovrebbe quindi rientrare anche questa novità decisiva sul regolamento CBAM.

Il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) è il meccanismo UE per applicare un prezzo al carbonio sui beni importati da paesi con standard ambientali meno rigidi. Introdotto nel pacchetto legislativo Fit for 55 nel 2021, mira a evitare la delocalizzazione delle industrie europee (carbon leakage) e incentivare l’adozione globale di politiche climatiche più ambiziose.

Il regolamento CBAM è entrato in vigore il 1° ottobre 2023. Dal 2023 al 2025, le aziende importatrici devono rendicontare le emissioni incorporate nei prodotti, ma senza pagare tasse. È una fase preliminare. Dal 2026 si entra a regime. Le imprese dovranno acquistare certificati CBAM, basati sui prezzi ETS, per coprire la CO2 importata. Il sistema riguarda settori ad alta intensità di carbonio: ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti ed energia elettrica.

Riforma del regolamento CBAM, cosa propone la Commissione?

L’indiscrezione sui ritocchi al regolamento CBAM contenuti nel pacchetto Omnibus arrivano dal commissario UE al Clima, Wopke Hoekstra.

In un’intervista al Financial Times, il politico olandese spiega che la proposta consiste nell’esentare circa 180.000 delle 200.000 imprese coinvolte nel CBAM. Perché meno del 20% delle aziende è responsabile di oltre il 95% delle emissioni.

È un modo per ridurre gli oneri amministrativi e i costi di conformità, venendo incontro alle lamentele delle imprese europee sulla complessità della regolamentazione (sia quella per la transizione verde, sia quella in ambito ESG, reporting e due diligence).

“Non diminuirebbe minimamente l’importanza degli obiettivi climatici, ma sarebbe un modo per rendere la vita più facile ad una ampia gamma di imprese”, ha spiegato il commissario UE.

Nel complesso, con tutte le misure dell’Omnibus, la Commissione punta a ridurre il carico amministrativo del 25% (e del 35% per le piccole imprese).

Molte aziende UE considerano troppo oneroso il regolamento CBAM. E molte non lo stanno applicando, per lo meno in questa fase preliminare. Solo il 10% delle imprese tedesche e svedesi ha rispettato l’obbligo di comunicazione delle emissioni, ad esempio.

Anche il governo italiano vuole rimetter mano alla tassa doganale sulla CO2. Di recente, si è fatto promotore di un’iniziativa di respiro europeo per rivedere il regolamento, insieme a Polonia, Austria e Bulgaria.

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About Author / Lorenzo Marinone

Scrive per Rinnovabili dal 2016 ed è responsabile della sezione Clima & Ambiente. Si occupa in particolare di politiche per la transizione ecologica a livello nazionale, europeo e internazionale e di scienza del clima. Segue anche i temi legati allo sviluppo della mobilità sostenibile. In precedenza si è occupato di questi temi anche per altri siti online e riviste italiane.