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Med & Italian Energy Report: Porti italiani in prima fila sull’energia

Il Report di SMR ed ESL@energycenter Lab del Politecnico di Torino si concentra sugli impatti dei fenomeni geopolitici sugli scenari  energetici, con un focus sulle forniture di gas naturale e sul ruolo potenziale  delle fonti rinnovabili nel dialogo euro-mediterraneo.

Med & Italian Energy Report
Foto di Helio Dilolwa su Unsplash

Med & Italian Energy Report 2025, la sesta edizione

Presentato oggi al Parlamento Europeo il sesto MED & Italian Energy Report, lavoro di ricerca intitolato quest’anno “The energy transition in the  Mediterranean between sustainability and security: a dynamic think-tanking approach”, realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e frutto della sinergia scientifica tra SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e l’ESL@energycenter Lab del Politecnico di Torino, e della collaborazione con la Fondazione  Matching Energies.

L’evento, è stato patrocinato dai deputati europei Elena Donazzan e Giorgio Gori, ed è stato organizzato con la collaborazione della struttura European Regulatory and Public  Affairs di Intesa Sanpaolo con sede a Bruxelles. 

In questa edizione del Report vengono analizzati gli impatti delle tensioni geopolitiche nel  Mar Rosso sulle forniture di greggio e GNL nel Mediterraneo, la rilevanza della sponda  meridionale del Mediterraneo nelle forniture di gas naturale, soprattutto dopo l’inizio del  conflitto russo-ucraino; una parte è dedicata al ruolo potenziale delle fonti rinnovabili nella  costruzione di un dialogo sull’energia verde nella regione mediterranea.  

Nel Rapporto è presente un focus sui porti e lo shipping che analizza la loro rilevanza nel  commercio energetico marittimo del Mediterraneo, identificando i terminal più importanti e i principali chokepoint coinvolti nella fornitura di materie prime energetiche. 

La nuova piattaforma interattiva “ENEMED-Plat”

Per realizzare le analisi di questa edizione del Report, SRM e ESL@energycenter del  Politecnico di Torino hanno implementato una piattaforma interattiva denominata ENEMED Platform che attraverso algoritmi ed accesso a varie fonti dati consente di eseguire ricerche  e analisi ed ottenere informazioni aggiornate sui flussi energetici dei paesi dell’area Euro Mediterranea, anche personalizzando le visualizzazioni dei dati. 

Dopo l’introduzione dei due deputati europei e della responsabile European Regulatory and Public Affairs di Intesa Sanpaolo, Francesca Passamonti, sono seguite le relazioni introduttive di Marco Gilli, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo ed Elena  Baralis, Prorettore del Politecnico di Torino. 

Hanno presentato il Rapporto Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM ed Ettore  Bompard, Direttore Scientifico ESL@energycenter Lab, Politecnico di Torino a cui ha fatto  seguito una simulazione e dimostrazione del funzionamento della nuova ENEMED Platform

L’evento è proseguito con un dibattito, moderato da Ana Rovzar, Founder & CEO Polygon  AR, centrato sui risultati illustrati dal Rapporto a cui hanno partecipato autorevoli esponenti di istituzioni italiane ed europee, di associazioni di categoria internazionali, rappresentanti  dell’industria energetica e delle infrastrutture connesse all’energia. 

Leggi la sintesi del report.

I principali risultati del MED & Italian  Energy Report

Cresce il peso delle rinnovabili nell’UE e varia il mix energetico. L’uso del carbone  è sceso dal 32% del 2000 a circa il 12%; aumentata la quota del gas naturale dal  12% al 17%. Dominano le energie rinnovabili, passate dal 15% al 45%.  

Ma l’UE resta troppo dipendente da importazioni energetiche (58,3%) a fronte di  una dipendenza cinese del 20% e di una totale autosufficienza degli Stati Uniti. Su  questo elemento, più che in passato, si giocherà la competitività globale. 

Fondamentale procedere nel dialogo energetico tra Europa e Nord Africa anche  per la produzione di rinnovabili e idrogeno verde. È stato calcolato che  considerando la generazione di elettricità da fotovoltaico, basterebbe meno  dell’1% della superficie dei paesi della costa meridionale per generare elettricità  sufficiente non solo a soddisfare la loro futura domanda di energia elettrica, ma  anche per produrre elettricità in eccesso che potrebbe essere esportata verso le  altre due sponde. Il ruolo dell’Italia come “ponte”. 

Presidenza Trump avrà impatti rilevanti. Ci sarà una spinta a vendere più petrolio e  gas all’Europa accelerando la tendenza già in atto sul GNL. Gli Stati Uniti già nel  corso degli ultimi anni hanno aumentato le esportazioni di gas liquido all’Europa dal 27% nel 2021 al 41% nel 2022 arrivando al 48% sul totale del GNL importato  dall’U.E. nei primi mesi del 2024. 

Il ruolo degli Stretti: Hormuz, Malacca e Suez chokepoint energetici con una  funzione strategica. Passano attraverso Hormuz il 34% del commercio di greggio, il  14,3% dei prodotti raffinati, il 25,6% del gas ed il 18% del GNL. Per lo Stretto di  Malacca invece transita circa il 33,5% del commercio di greggio insieme al 13%  circa dei prodotti raffinati, al 15,1% del gas ed al 17% del GNL. Sono transitati per  Suez il 5% del commercio totale di petrolio (crude + refined), il 2,2% del gas e l’1,2%  del GNL. Valori che in prospettiva, quando avverrà la normalizzazione in Medio  Oriente, potrebbero tornare ad essere ben superiori.

Le perturbazioni del Mar Rosso. Hanno condizionato gli approvvigionamenti  energetici di gas allungando le catene di fornitura; la durata media dei viaggi delle  metaniere dal Qatar è passata da 18,5 giorni nel 2023 a 39,7 giorni nell’aprile 2024.  La tregua firmata tra Israele e Hamas apre finalmente spiragli per una graduale  ripresa dei traffici attraverso il Mar Rosso. 

La guerra Russia-Ucraina. Ha portato a un potenziamento del commercio intra mediterraneo di materie prime fossili, con l’Algeria che ha gradualmente sostituito  i flussi di gas russo, diventando in breve tempo il principale fornitore di gas dell’Italia.  Le importazioni di gas dall’Algeria attraverso il gasdotto Transmed sono aumentate  dal 29,5% del totale nel 2021 al 38% nel 2023. L’incidenza delle forniture russe è  diminuita dal 39,4% nel 2021 ad appena il 4,2% nel 2023. 

L’Italia meno dipendente. Migliora, seppur di poco, il livello di dipendenza  energetica passando dal 77 al 74%. Quest’anno il Paese ha raggiunto un livello di  scorte del 98,5%, oltre la media europea, assicurandosi ampia copertura contro  eventuali rischi forniture. 

Energie rinnovabili driver su cui insistere. Gli ultimi dati al 2024 per l’Italia,  evidenziano che la richiesta di energia elettrica è stata soddisfatta per il 41,2% da  energia rinnovabile, il massimo di sempre.  

Porti e shipping strategici per l’economia energetica globale. Accanto al ruolo di  hub per le commodity fossili, i porti stanno diventano anche luoghi strategici per  la transizione green e per favorire il “ponte energetico” tra Europa e Nord Africa.  Ricordiamo che nei porti vanno sempre più diffondendosi grandi progetti inerenti  le energie rinnovabili, in particolare solare ed eolico anche offshore. 

La sfida fondamentale dei combustibili alternativi. La capacità di accogliere navi  con propellenti come Metanolo, GNL, Ammoniaca ed altri potrà essere una  discriminante competitività di notevole portata. Il 52,6% del portafoglio ordini navale nei cantieri sarà in grado di utilizzare carburanti o propulsioni alternative. 

Porti italiani in prima fila sull’energia. Per i porti italiani il segmento energy vale il  35% del totale movimentato. Essi stanno affrontando e sempre più saranno  protagonisti di una rivoluzione energetica. La nuova sfida è quella di diventare  hub della transizione energetica, impegnandosi a rendere più ecologiche le  proprie attività. Avanza il modello Green con investimenti e nuove sfide per le  nostre infrastrutture. 

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