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PFAS, il 79% dell’acqua di rubinetto in Italia è contaminata

Greenpeace presenta la prima mappatura nazionale completa, in vista dell’entrata in vigore della nuova normativa UE dal 2026. Tutte le regioni sono toccate

Come sostituire i Pfas? Uno studio tedesco propone soluzioni alternative
Fonte Pexels

Il 79% dell’acqua potabile in Italia contiene inquinanti eterni, i “forever chemicals” che sono legati a patologie come tumori e interferenze con il sistema endocrino. La contaminazione da PFAS, le sostanze per- e polifluoroalchiliche, riguarda tutte le regioni e la concentrazione di sostanze pericolose spesso supera ampiamente i limiti che sono considerati sicuri per legge.

Lo rivela l’indagine di Greenpeace “Acque senza Veleni”, con cui l’associazione ecologista ha realizzato una mappatura completa dello stato da contaminazione da PFAS in Italia. Il risultato principale? Sono 206 i campioni su 260 che risultano contaminati da almeno una delle 58 sostanze monitorate, con soli 54 campioni (21%) privi di PFAS.

Si tratta della prima mappatura completa degli inquinanti eterni nell’acqua potabile mai realizzata nel nostro paese. L’indagine copre le reti degli acquedotti in tutte le regioni e riguarda 58 sostanze dannose, il doppio delle 24 molecole su cui la nuova normativa UE, che entrerà in vigore dal 2026, impone di svolgere i monitoraggi.

E tra le sostanze vagliate ci sono anche molecole ultracorte come Acido Trifluoroacetico, TFA, e Acido Acido perfluoropropionico, PFPrA. Sostanze che avrebbero effetti sulla salute umana, ma non sono monitorate. Il TFA, peraltro, non può essere rimosso con i normali metodi di potabilizzazione dell’acqua.

Inquinanti eterni: la classifica dell’inquinamento in Italia

La mappa degli PFAS in Italia rivela che le regioni con il maggior numero di campioni contaminati sono:

  • Liguria (8/8), 
  • Trentino Alto Adige (4/4), 
  • Valle d’Aosta (2/2), 
  • Veneto (19/20), 
  • Emilia Romagna (18/19), 
  • Calabria (12/13), 
  • Piemonte (26/29), 
  • Sardegna (11/13), 
  • Marche (10/12),
  • Toscana (25/31).

E in ogni regione, salvo la Val d’Aosta, almeno 3 campioni hanno tracce di PFAS.

La classifica delle città più contaminate vede in testa Arezzo, che ha concentrazioni di PFAS ben oltre i limiti fissati dalla nuova normativa UE, ovvero 100 ng/L per somma di PFAS. Altissimi i valori anche per Milano e Perugia.

“In molte aree d’Italia viene attualmente erogata acqua potabile che in altre nazioni non viene considerata sicura per la salute umana. Il 41% dei campioni che abbiamo analizzato in Italia supera ad esempio i limiti vigenti in Danimarca sui PFAS nell’acqua, mentre il 22% supera le soglie introdotte negli Stati Uniti”, nota Greenpeace.

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