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Le siccità prolungate colpiscono 50mila km2 in più l’anno

Uno studio apparso su Science analizza 40 anni di dati su anomalie di precipitazioni e evapotraspirazione e riesce a individuare eventi siccitosi pluriennali anche se i loro impatti su vegetazione e attività umane sono poco “visibili”. I 4 decenni gli eventi sono almeno 13mila

Siccità prolungate: colpiscono 50mila km2 in più l’anno
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Le siccità prolungate sono sempre più “normali”. Ogni anno, colpiscono un’area aggiuntiva grande 50mila km2. Come Piemonte e Lombardia messe insieme. Con conseguenze molto più devastanti su ecosistemi e attività produttive.  

È ciò che emerge dall’analisi dei dati sulle siccità prolungate a livello globale negli ultimi 40 anni. Tra il 1980 e il 2018 sono stati almeno 13mila gli eventi di siccità pluriennale. In tutti i continenti salvo l’Antartide. Eventi che stanno diventando progressivamente più frequenti, secchi e caldi.

“Ogni anno dal 1980, le aree colpite dalla siccità si sono estese in media di altri 50.000chilometri quadrati, ovvero più o meno l’area della Slovacchia o degli stati americani del Vermont e del New Hampshire messi insieme, causando danni enormi agli ecosistemi, all’agricoltura e alla produzione di energia”, spiega Francesca Pellicciotti dello Swiss Federal Institute for Forest, Snow and Landscape Research, tra gli autori dello studio pubblicato di recente su Science.

Monitorare le siccità prolungate “fantasma”

Le siccità prolungate causano declini significativi nella vegetazione, soprattutto nelle praterie situate nelle fasce temperate. Portando a raccolti molto sotto media, mortalità degli alberi e scarsità idrica. Ma non sempre danno effetti immediatamente “visibili”. Per osservare anche gli episodi di siccità prolungata che rischiano di passare sottotraccia, i ricercatori hanno analizzato i dati a livello globali relativi a anomalie di precipitazioni e di evapotraspirazione (la quantità di acqua persa dalla vegetazione, legata alla temperatura).

Per le 10 siccità pluriennali più gravi, il deficit di precipitazioni è aumentato, in media, di 7 mm all’anno nell’arco di quasi quattro decenni, calcola lo studio. Allo stesso tempo, durante questi eventi la temperatura è aumentata di 0,26-0,35 °C ogni decennio.

È emerso, così, che alcuni eventi di grande portata sono stati molto meno attenzionati di quanto avrebbero dovuto. Un esempio è la siccità che ha colpito la foresta pluviale del Congo tra 2001 e 2018. All’estremo opposto, un evento molto visibile è stata quello in Mongolia tra 2000 e 2011, il più impattante in 40 anni in termini di perdita di vegetazione.

Cosa li differenzia? “Mentre le praterie temperate sono state le più colpite negli ultimi quarant’anni, le foreste boreali e tropicali sembrano aver resistito alla siccità in modo più efficace e hanno persino mostrato effetti paradossali all’inizio della siccità”, spiegano i ricercatori.

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