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Industria dell’auto Ue in sofferenza. Acea: “Rivedere quadro normativo, no guerra commerciale con Usa”

Il presidente di Acea, associazione europea di costruttori di auto, si rivolge all'Ue sottolineando la criticità dei provvedimenti normativi e sanzionatori che minano il settore dell'automotive

Industria dell'auto Ue in sofferenza. Acea:
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Adattarsi ad una situazione mutevole e in divenire. L’industria auto comunitaria, in profonda trasformazione, deve fare i conti con il mercato dei consumatori e delle direttive del Green Deal europeo. Per questo motivo deve subire un “confronto con la realtà” e diventare “meno rigido, più flessibile“, scrive il nuovo presidente di Acea, Ola Kaellenius, anche Ceo di Mercedes, rivolto ai vertici dell’istituzione europea, convinto che queste siano le condizioni per “trasformare la decarbonizzazione dell’industria automobilistica in un modello di business verde e redditizio“.

Le multe spaventano i costruttori

Nel 2019 la Commissione europea ha fissato le sanzioni ai costruttori che non avrebbero raggiunto il target dei veicoli full electric; ed ora che è arrivato il momento di applicare le multe a chi non ha rispettato i limiti di Co2 nel 2025, con la situazione critica dei costruttori e le vendite di BEV che arrancano, c’è il timore di un boomerang.

Vorrei essere chiaro – continua – l‘industria automobilistica europea resta impegnata a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica dell’Unione entro il 2050 e il passaggio a un sistema di trasporti e mobilità con zero emissioni. Tuttavia, la strategia di decarbonizzazione del settore automobilistico deve creare crescita economica e competitività, non frenarle“, ha evidenziato ancora Ola Kaellenius, che ha preso il posto di Luca De Meo di Renault alla guida dell’associazione europea.

Critica all’Ue sulle sanzioni

Il top manager è critico sulle eventuali applicazioni delle sanzioni, che potrebbero sottrarre fondi alla ricerca, magari proprio quella utile alla transizione, o ad altri investimenti produttivi. E invita l’Ue a “rivedere l’attuale quadro normativo“, sia per quanto riguarda la “spinta per le energie rinnovabili“, sia con la costruzione di più “infrastrutture di ricarica“, uno dei talloni d’Achille per la crescita, insieme al costo economico più alto di ibride ed ICE che viene percepito come un ostacolo all’acquisto di veicoli da parte degli automobilisti, in favore delle vetture cinesi. Ma Kaellenius si rivolte anche ai costruttori europei, “settore che deve sapere come mitigare il rischio di non conformità significative“.

Crisi industria auto: cosa chiede Acea all’Ue

Secondo il Presidente di Acea, solo pochi anni fa, non si poteva prevedere l’evolversi della situazione, del contesto geopolitico e dei fattori economici che hanno avuto ed avranno conseguenze di primaria importanza sull’industria dell’automotive. “Ecco perché questi obiettivi e linee guida devono ora essere adattati ad una realtà che è cambiata“, spiega Ola Kaellenius nella sua lettera rivolta all’Europa, evidenziando la necessità di “una revisione completa delle normative sulla Co2 sia per i veicoli leggeri che per quelli pesanti per quanto riguarda la tabella di marcia verso il 2030 e il 2035. Questa revisione dovrebbe delineare come sviluppare il necessario quadro di condizioni per consentire la transizione verso una mobilità a zero emissioni e, allo stesso tempo, migliorare la competitività a lungo termine del nostro settore“.

Insomma, Acea è allarmata dalla situazione contingente, e si schiera al fianco di paesi come l’Italia, che continuano a chiedere alla Commissione europea di rivedere le sanzioni, mentre si chiede anche un incentivo economico a disposizione dei paesi membri per sostenere l’acquisto di BEV. Le statistiche, infatti, sottolineano che quando ci sono i bonus, gli automobilisti scelgono anche auto elettriche, altrimenti si preferisce l’ibrido o le versioni endotermiche. Ed infatti, il presidente di Acea precisa che “promuovere l’acquisto e l’uso di veicoli elettrici ed elettrificati con incentivi fiscali e non finanziari aiuterebbe di certo a muoversi verso un mercato che si autoalimenta“.

Se lo scorso anno, da gennaio a novembre ne sono stati venduti circa due milioni, la trasformazione procede a rilento, per cui “affinché la mobilità a emissioni zero possa prosperare, l’ecosistema nel suo insieme deve diventare più attraente per i clienti“.

Evitare la guerra commerciale

I produttori automobilistici europei esortano però l’Unione Europea ad evitare un conflitto commerciale con gli Stati Uniti, a quattro giorni prima dell’insediamento del presidente eletto Donald Trump, perché potrebbe “causare notevoli sofferenze” al settore, ha sottolineato al Salone dell’auto di Bruxelles Ola Källenius, “perché più i mercati sono liberi e aperti, meglio è per l’industria automobilistica europea“, ha sottolineato Källenius ai giornalisti. D’altronde, il presidente di Acea, è anche il Ceo di Mercedes-Benz, per il quale il mercato americano, nel 2024, ha rappresentato circa il 15% delle vendite globali di automobili.

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About Author / Paolo Travisi

Ancora prima che giornalista, curioso per natura. Ha iniziato a scrivere per mestiere nel 2004, dapprima in tv, poi su giornali nazionali e web. Appassionato di scienza e tecnologia (ma non solo), ama scoprire nuovi argomenti di cui poter scrivere ed imparare. In questa avventura per Rinnovabili si occupa in particolare di economia circolare e mobilità sostenibile, e realizza i contenuti video per i social.