La ricerca sta sperimentando la fecondazione in vitro per selezionare bovini che producono minori emissioni di metano. Non si tratta di animali geneticamente modificati ma di un progetto di selezione genetica tradizionale unito a un’alimentazione innovativa con additivi in grado di ridurre la fermentazione enterica
Una proposta per diminuire le emissioni di metano degli allevamenti
È possibile che gli allevamenti arrivino a zero emissioni? Gli allevamenti sono da sempre nel mirino per il loro alto potenziale inquinante dovuto alle emissioni di metano degli animali, e dei bovini in particolare. Il metano, infatti, è un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica, anche se si degrada più rapidamente; deriva principalmente dalla fermentazione enterica e dalle deiezioni degli animali.
La ricerca, come sempre, studia possibili soluzioni per mettere d’accordo ambiente e produzione agroalimentare.
Allevamenti bovini ed emissioni di gas serra
Nel Regno Unito è nato un vitello con la fecondazione in vitro nel contesto del Cool Cows Project promosso dallo Scotland’s Rural College, che ha l’obiettivo di allevare bovini che producano meno emissioni di gas serra. La massima aspirazione sarebbe arrivare a raggiungere zero emissioni nette.
Grazie alla fecondazione in vitro, la generazione successiva della mandria è arrivata otto mesi prima. Secondo gli scienziati, in questo modo sarà possibile accelerare sia la selezione che l’allevamento di animali con ridotte emissioni di gas serra.
Il 12% dei gas serra del Regno Unito derivano dall’agricoltura, la maggioranza di essi dipende dalle emissioni enteriche del bestiame.
La necessità di ridurre le emissioni
Un bel nodo da sciogliere se si pensa che anche l’UK ha sottoscritto il Global Methane Pledge per ridurre le emissioni di gas climalteranti di almeno il 30% entro il 2030: un’analisi della Green Alliance prevede invece una riduzione di emissioni limitata al 14%.
Poiché aumenta la richiesta di prodotti lattiero-caseari è evidente quanto sia importante trovare una soluzione al problema delle emissioni: allevare bestiame in modo sostenibile è un’esigenza inderogabile.
Hilda non è geneticamente modificata
Intorno a questo progetto è nato un equivoco: si è ritenuto erroneamente che Hilda, il vitellino nato in Scozia nell’ambito del Cool Cows Project, fosse geneticamente modificato.
È invece vero che i centri genetici stanno conducendo in tutto il mondo esperimenti per selezionare animali che producono meno emissioni di metano con la tradizionale selezione genetica o con tecniche di allevamento innovative.
Le modificazioni genetiche negli allevamenti sono vietate, quindi non è esatto affermare che Hilda sia un vitellino OGM: è il risultato di programmi di miglioramento genetico che gli allevatori praticano da decenni.
Pertanto nell’ambito di un progetto di genetica, ma non OGM, anche il Regno Unito sta selezionando una razza di bovini che produce meno emissioni di metano.
La fecondazione in vitro non comporta manipolazioni genetiche, ma applica metodi ampiamente utilizzati anche negli allevamenti italiani, dove la maggior parte dei vitelli nasce con la fecondazione artificiale.
Additivi naturali per ridurre la fermentazione enterica
Per raggiungere gli obiettivi climatici prefissati, gli agricoltori del Regno Unito inizieranno da quest’anno a sperimentare prodotti ad alta efficacia per alimentare i bovini con additivi in grado di ridurre la fermentazione enterica.
La notizia ha incontrato anche il favore degli ambientalisti britannici. Se il sistema funzionerà, il piano prevede di adattare il menù agli allevamenti di pecore.
I costi ricadrebbero interamente sui consumatori?
Gli additivi anti-emissioni contengono alghe, oli essenziali, probiotici e antimicrobici. L’aggiunta di alghe nell’alimentazione dei bovini è allo studio anche in California.
Questo tipo di alimentazione sarebbe più onerosa e l’aumento del costo del latte ricadrebbe sui consumatori. Tuttavia il governo potrebbe prevedere delle sovvenzioni per non gravare troppo sulle famiglie.
Altri agricoltori britannici attenti all’ambiente puntano invece su un sistema di agricoltura rigenerativa: i bovini restano all’aperto tutto l’anno per migliorare la salute del suolo.