Un’analisi di Bankitalia stima che l’effetto Superbonus pesi per oltre metà dell’aumento dei costi delle costruzioni in Italia
Per la Corte dei Conti, gli effetti negativi del Superbonus hanno raggiunto “una dimensione macroscopica”. Molti studi hanno vivisezionato il sussidio al 110% e i suoi impatti sui conti pubblici, notando che i benefici non ripagano i costi per lo Stato. Per l’ENEA, il Superbonus è costato fino a febbraio 2024 114,4 miliardi di euro, con un costo netto per lo Stato che si aggira attorno ai 91 miliardi. L’ultimo chiodo nella bara lo pianta uno studio della Banca d’Italia. Il responsabile del 50% dell’aumento dei costi di costruzione è il Superbonus. Costi che in 3 anni sono lievitati del 20% circa.
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Aumento costi costruzione, Superbonus pesa per il 50%
Lo spiegano Francesco Corsello e Valerio Ercolani nello studio “The Role of the Superbonus in the Growth of Italian Construction Costs”, pubblicato a dicembre dalla Banca d’Italia. Il periodo sotto analisi va da settembre 2021 a dicembre 2023.
In questa finestra temporale, l’incentivo fiscale varato nel 2020 dal governo Conte II, destinato a miglioramenti energetici e antisismici degli edifici, ha inciso significativamente sull’economia del settore edilizio. Ma ha anche contribuito a circa il 50% dell’incremento complessivo dei costi di costruzione. Pari a un aumento del 13%.
Altro dato da evidenziare: il suo impatto in termini di costi pubblici maturati nell’indebitamento netto si è attestato rispettivamente a circa l’1%, il 3% e il 4% del PIL nel 2021, 2022, 2023.
L’aumento dei costi di costruzione legati al Superbonus, spiega Bankitalia, è il risultato di una combinazione di:
- domanda straordinaria,
- carenze strutturali del settore edilizio,
- strozzature globali,
- dinamiche speculative.
Lo studio suggerisce che il Superbonus abbia funzionato come un amplificatore in un contesto economico già fragile.
La domanda generata dal Superbonus ha innescato un boom di richieste per materiali edili e manodopera, creando una pressione al rialzo sui prezzi. E la facilità di trasferimento del credito ha messo il turbo. La crescita della domanda è stata particolarmente marcata in un contesto post-pandemico caratterizzato da carenze di approvvigionamento globali.
Ad esempio, i prezzi di legno e metalli sono fortemente influenzati da strozzature nelle catene di fornitura globali e dall’aumento della domanda. Senza dimenticare la composizione del costo di costruzione: i materiali rappresentano una quota significativa del Construction Cost Index (CCI), con impatti diretti sull’aumento complessivo.
In più, l’edilizia italiana era già in una fase depressa prima del Superbonus, con un valore aggiunto del settore inferiore del 20% rispetto al 2010. Le imprese hanno faticato a soddisfare l’improvvisa domanda, con difficoltà ad aumentare la produzione o a entrare rapidamente nuovi operatori nel mercato.
Bankitalia sottolinea, poi, un effetto domino innescato dal Superbonus. L’aumento dei costi dei materiali si è trasferito ai prezzi di costruzione e, in parte, ai prezzi immobiliari. Senza tralasciare le dinamiche speculative, con alcuni fornitori e imprese hanno sfruttato l’incentivo per aumentare i prezzi, amplificando gli effetti distorsivi sul mercato.