L’insicurezza alimentare continua a crescere in tutto il mondo, spinta da tre cause principali: i conflitti, il clima e gli shock economici. Nonostante la Banca Mondiale metta in atto importanti programmi di contrasto nelle aree più fragili, non si riesce a incidere sulle cause in modo strutturale
Programmi di contrasto all’insicurezza alimentare
L’insicurezza alimentare ha tre cause principali: i conflitti, il clima e gli shock economici.
I conflitti sono i principali responsabili della fame in 15 aree geografiche: causano l’interruzione della produzione, bloccano l’accesso al mercato, costringono le popolazioni ad abbandonare le loro terre e ostacolano la distribuzione degli aiuti umanitari.
Gli effetti dei conflitti si espandono anche ai paesi vicini. Ad esempio, i conflitti in Sudan e nei territori palestinesi si stanno estendendo a livello regionale; in questa situazione, l’insicurezza alimentare cresce e fa aumentare i movimenti transfrontalieri nei paesi vicini.
Il cambiamento climatico è un altro fattore che incide gravemente sull’insicurezza alimentare: La Niña dovrebbe persistere fino a marzo 2025, e influenzerà in modo significativo l’andamento delle precipitazioni e le temperature.
Anche se in alcune aree l’agricoltura potrebbe non risentirne in modo drammatico, in altre regioni aumenterà il rischio di inondazioni o porterà condizioni di siccità estrema.
L’impatto sull’economia sarà significativo. Le disparità economiche globali e gli elevati livelli di debito in molti paesi in via di sviluppo fanno sì che i governi non siano in grado di proteggere le popolazioni dalla povertà e dagli shock climatici.
Inoltre, il conflitto in corso in Medio Oriente, con il rischio di un’escalation regionale che avrebbe drammatiche ricadute su altri paesi, rimane un rischio importante per l’economia globale.
Le informazioni aiutano a fronteggiare le crisi
Disporre di informazioni tempestive e accurate sull’andamento dei mercati alimentari può aiutare a prepararsi alle crisi, evitando così aumenti imprevisti dei prezzi e predisponendo le decisioni politiche più adatte per proteggere non solo il mercato ma anche le popolazioni.
AMIS (Agricultural Market Information System) è una piattaforma che valuta le forniture alimentari globali (concentrandosi su grano, mais, riso e soia) e fornisce informazioni per coordinare l’azione politica in tempi di incertezza del mercato.
Nel mese di ottobre, AMIS ha evidenziato una serie di fluttuazioni dei prezzi e cambiamenti politici nell’agricoltura globale.
Le fluttuazioni dei prezzi sono strettamente legate alle condizioni climatiche. Ad esempio, i prezzi del grano hanno raggiunto i livelli massimi, in gran parte a causa dei ritardi nella semina legati alle condizioni meteorologiche nell’emisfero settentrionale, che poi si sono attenuati con il miglioramento delle condizioni.
Ci si augura che l’impatto de La Niña sia limitato e che incida poco sui raccolti. Tuttavia, l’Indice dei prezzi alimentari della FAO, che monitora i prezzi alimentari mondiali, ha raggiunto il livello più alto dall’aprile 2023, principalmente a causa dell’aumento del costo degli oli vegetali.
L’insicurezza alimentare continua a crescere
L’inflazione dei prezzi alimentari nazionali rimane elevata in molti paesi a basso e medio reddito. In termini reali, l’inflazione dei prezzi alimentari ha superato l’inflazione complessiva nel 59,8% dei 164 paesi in cui sono disponibili i dati.
L’ultimo Hunger Hotspots Report della FAO e del World Food Programme mette in guardia sul peggioramento dell’insicurezza alimentare acuta in 16 aree di crisi (che coprono 22 paesi e territori) che richiederanno un’azione urgente tra novembre 2024 e maggio 2025.
La crisi alimentare globale si è in parte aggravata anche a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, che ha provocato effetti a caduta legati alle restrizioni commerciali di cibo e fertilizzanti.
La Banca Mondiale ha messo in atto programmi di contrasto all’insicurezza alimentare in 90 paesi che prevedono sia interventi a breve termine come l’ampliamento della protezione sociale, sia resilienza a lungo termine come l’aumento della produttività e l’agricoltura climate-smart.
Tali programmi andranno a beneficio di 296 milioni di persone.