Caos con il Salva Milano. Il Comune si blinda mentre l'emendamento che vorrebbe sbloccare la situazione si arena alla Camera
Sotto accusa decine di lottizzazioni considerate “abusive” a causa della difficoltà di interpretazione delle norme urbanistiche
Un disastro su più fronti quello venutosi a creare nel capoluogo lombardo a seguito dei molti interventi di lottizzazione e riqualificazione considerati abusivi. Sono più di una dozzina i fascicoli aperti dalla procura e che hanno messo nel mirino progettisti, direttori lavori, ma anche dipendenti e dirigenti di Palazzo Marino. La via d’uscita doveva essere il famoso “Salva Milano”, nato insieme al Salva Casa, che però non ha trovato posto nella Legge. Ora, per “proteggere” i suoi dipendenti, il Comune di Milano ha anche deciso di chiudere gli sportelli Unici per edilizia ed Urbanistica, generando un coro unanime di disapprovazione a partire dall’Ordine degli Architetti.
Il Comune si blinda
Una chiusura “inaccettabile”, commentano dall’Ordine degli Architetti di Milano, mentre il comune di difende sostenendo l’impossibilità di agire altrimenti anche in seguito alle molte “criticità emerse” che hanno impedito lo svolgimento delle attività della Direzione attuazione diretta Pgt Sue e della Direzione Rigenerazione urbana.
Nella disposizione di Palazzo Marino si legge chiaramente che “il perdurare delle aperture di indagini nonché delle acquisizioni di fascicoli e la copiosità degli stessi” hanno aumentato la “difficoltà oggettiva dei dipendenti dello Sportello Unico per l’Edilizia di continuare serenamente a operare nel proprio lavoro”.
Così il servizio è interrotto per tutti gli utenti e con tanto di Sicurezza allertata in caso di ingressi indesiderati.
“Da oggi, infatti, a voler seguire la citata disposizione n. 9/2024, l’unica modalità di dialogo con l’Amministrazione rischia di diventare – per chi se lo potrà permettere – quello delle diffide legali a funzionari e dirigenti per ottenere risposte circa lo stato dei procedimenti, in assenza delle quali scatteranno inevitabili ricorsi giurisdizionali contro il silenzio – inadempimento e con essi le richieste di danni da ritardo ai medesimi funzionari e dirigenti”, si legge nella nota diffusa dall’ordine degli Architetti di Milano.
La “soluzione” bipartisan al caso Salva Milano è ora ferma in Commissione Ambiente.
L’emendamento Salva Milano
La battaglia si sta svolgendo in Commissione ambiente alla Camera, dove sembra essersi arenato l’emendamento del deputato FdI Tommasi Foti. Nel testo, la cui votazione è stata rimandata alla prossima settimana, si chiede attraverso il ricorso allo strumento dell’interpretazione autentica, un doppio obiettivo:
- capire quando sia necessario adottare un piano particolareggiato o di lottizzazione nel caso di aumenti di volumetrie specifiche;
- definire la nozione di ristrutturazione edilizia nelle zone totalmente o parzialmente edificate diverse dai centri storici, o di particolare pregio culturale ed ambientale.
Nel frattempo gli incassi del Comune scendono e la Ragioneria generale di Stato obietta il rischio dell’assenza di copertura a causa del mancato incasso dei diritti edificatori.
Entro metà della prossima settimana la Camera si dovrebbe esprimere sul Salva Milano, tenendo probabilmente conto di alcune condizionalità imposte dal MEF.