In uno dei tanti Contenziosi sul Superbonus, la Class Action cita in Tribunale il Governo che però si tira indietro dichiarando il 110 “un affare tra privati”
In materia di Bonus edilizi la norma ha subito quasi 40 modifiche in 4 anni
Prima o poi i nodi sarebbero venuti al pettine e di problemi da risolvere il 110 nè ha in abbondanza. Come preannunciato da molti attori del settore, i contenzioni Superbonus si sono moltiplicati negli ultimi anni, lasciando il più delle volte l’amaro in bocca per i risultati raggiunti.
E’ quello che accade anche nel Tribunale di Vicenza dove un’impresa associata alla CANDE (Class Action Nazionale dell’Edilizia) ha portato un committente, citando però come terza parte anche la Presidenza del Consiglio. Ma le parole dell’Avvocatura di Stato non lasciano spazio ai dubbi: il Superbonus è un fatto privato che non riguarda lo Stato.
Pasticcio Superbonus
Lo definisce così CANDE, un Pasticcio Superbonus quello che si sta venendo a creare sia a causa dei continui cambiamenti normativi (quasi 40 riguardanti tutti i bonus in soli 4 anni) sia a causa dei problemi connessi al caro materiali al caro energia, ma anche alla possibilità di agire ai limiti della legalità.
Citato in Tribunale come terza parte coinvolta, il Governo ha fatto marcia indietro sostenendo, nelle 7 pagine di memoria (rispetto alle 47 della citazione del legale della ditta) che “la faccenda Superbonus e le sue complicanze sono un affare fra privati e il Governo non c’entra niente”.
Ovviamente dura la reazione della Class Action Nazionale Edilizia che, attraverso il suo presidente Roberto Cervellini, si è detta “sconcertata di fronte a un fatto che lede gravemente i diritti e l’operatività delle imprese, con danni incalcolabili anche in materia di lavoro e occupazione”.
“In una battuta possiamo dire che il Governo fa litigare privati e imprese e poi temporeggia, con conseguenze incalcolabili – ha proseguito – perché sono decine di migliaia le imprese in Italia che in questi anni hanno avviato i cantieri con un accordo normato, lo hanno proseguito nonostante i 37 cambiamenti legislativi in 3 anni in materia di Superbonus, mirati a demolire la misura originaria, ed ora si ritrovano nella tenaglia di azioni di contenzioso con i committenti: se questo sta accadendo la responsabilità è invece proprio ed esclusivamente del Governo!”.
La retroattività dannosa del Suprbonus
Il contenzioso sul Superbonus portato al Tribunale di Vicenza è più che mai comune. il privato ha intentato causa contro un’impresa che dal canto suo, ha reclamato la revisione del contratto d’appalto, essendo cambiati i termini normativi rendendolo meno equo nei confronti della ditta, al punto da chiederne la risoluzione.
“La Presidenza a dichiarare da anni di voler contrastare il superbonus, affermando più volte ai media che trattasi di una misura scellerata”, prosegue Roberto Cervellini, dichiarazioni seguite ad azioni che hanno però messo in difficoltà il settore.
“Una retroattività dannosa per entrambe le categorie che possono lamentare la lesione della certezza del diritto, ovvero del legittimo affidamento alla stabilità della norma. Aspetto che può anche oggi essere giudicato alla Corte dei Diritti dell’Uomo per ottenere un indennizzo. Confido nel giudice ed auspico una trattazione riservata senza il clamore in tribunale”.
In questo caso la Class Action è in favore dell’impresa che chiede al committente di ricontrattare il prezzo e in caso di rifiuto, ipotizza un risarcimento o un indennizzo a chi ha stravolto le norme, ovvero la Presidenza del Consiglio.
“Durante un appalto sono stati emessi sconsiderati Decreti Legge che hanno compromesso la circolazione dei crediti d’imposta, caratteristica chiave del Superbonus, dove l’impresa ha cercato di rinegoziare l’appalto e non può essergli addebitata ogni responsabilità per non aver continuato i lavori”.
“Sono decine di migliaia le imprese che hanno operato col Superbonus e attendono un riscontro dalla Magistratura sull’operato dannoso da parte del governo e che lo stesso invece, non ha mai dato”, conclude CANDE nel suo comunicato.