Lo studio del PIK di Potsdam analizza l’andamento del disaccoppiamento pil-emissioni in 1500 regioni in tutto il mondo, che valgono l’85% delle emissioni globali. C’è un decoupling assoluto solo in 1 su 3
Aumentare il pil mentre i gas serra diminuiscono. Il decoupling dell’economia dalle emissioni climalteranti è una realtà consolidata per il 30% delle regioni nel mondo. Ma nonostante questo risultato, la velocità con cui nuove aree riescono a raggiungere il disaccoppiamento è troppo lento per rispettare gli obiettivi di Parigi sul clima. Meno della metà delle regioni analizzate riuscirà a diventare net zero entro il 2050. Lo ha stabilito uno studio sull’andamento della crescita verde nel mondo condotto dal Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) e pubblicato su PNAS.
Crescita verde, i trend del decoupling nel mondo
I ricercatori del PIK hanno usato un approccio innovativo per fotografare lo stato della crescita verde nel mondo. Solitamente, gli studi precedenti sul disaccoppiamento si concentravano su Stati o singole città. Gli autori dello studio apparso su PNAS, invece, hanno analizzato i risultati economici negli ultimi 30 anni di 1.500 regioni subnazionali, guadagnando in granularità senza abbandonare lo sguardo globale. Le regioni considerate presentano tutte un prodotto regionale lordo pro capite in crescita e, complessivamente, generano l’85% delle emissioni globali.
“Abbiamo scoperto che il 30 percento delle regioni con dati disponibili ha completamente disaccoppiato le emissioni di carbonio dalla crescita economica”, spiega Anders Levermann, coautore dello studio. I casi di maggiore successo? Le regioni con redditi elevati e una presenza di industrie ad alta intensità di carbonio.
Dallo studio emerge che la maggior parte delle regioni in Europa ha ormai raggiunto una crescita verde matura, con un livello assoluto di disaccoppiamento. Il decoupling è completo in quasi tutta l’Europa centrale e occidentale, Italia inclusa. Europa orientale e, parzialmente, la Spagna, sono invece caratterizzate da meno omogeneità con poche aree disaccoppiate e molte dove emissioni e pil vanno ancora significativamente a braccetto.
Gli Stati Uniti presentano un andamento analogo a quello dell’Europa occidentale. La maggior parte della Cina, invece, ha un decoupling relativo. Il disaccoppiamento è relativo quando sia la crescita economica che il consumo di combustibili fossili continuano a crescere, ma a tassi diversi, con la prima che cresce più velocemente del secondo.
Il PIK ha poi elaborato le traiettorie future, stimando una data entro la quale le regioni analizzate potrebbero raggiungere emissioni nette zero. Meno di metà ce la fa entro metà secolo. “I paesi sviluppati sembrano in grado di raggiungere questi obiettivi prima di altri, ma nel complesso le tendenze recenti sembrano inadeguate per raggiungere lo zero netto entro la metà del secolo nella maggior parte delle regioni”, conclude Maximilian Kotz, coautore dello studio.