L’identificazione precisa dei polimeri che compongono gli oggetti elettronici ha sempre reso complesso il riciclo della plastica nei RAEE
Tre tipi di spettroscopia usati insieme facilitano il riciclo della plastica nei RAEE
I rifiuti elettronici contengono elevate quantità di materiale plastico. In media, parliamo di circa un quarto del totale. Tuttavia, solo una piccola parte di questa plastica nei RAEE viene effettivamente riciclata. La maggior parte viene infatti incenerita, causando un impatto ambientale significativo. Uno dei principali ostacoli al riciclo è l’identificazione precisa dei polimeri, fondamentale per processare la plastica e conservarne le proprietà originali. I ricercatori dell’Istituto Helmholtz di Freiberg (HIF) hanno messo a punto una tecnica innovativa per identificare in modo preciso i tipi di plastica presenti nei rifiuti elettronici, utilizzando una combinazione di sensori multispettrali. Questa tecnologia permette di registrare la quantità di energia riflessa da un oggetto nelle diverse lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico (visibile, infrarosso e termico). Applicarla al settore del riciclo permetterebbe di recuperare le plastiche nere, che normalmente sfuggono al rilevamento.
Come superare il problema del riciclo delle plastiche nere
Nel processo di riciclo, i rifiuti elettronici vengono triturati e trasportati su nastri. I sensori infrarossi convenzionali incontrano difficoltà nell’identificare le plastiche nere, poiché il colore nero assorbe le lunghezze d’onda tipiche degli infrarossi, rendendo queste plastiche difficili da distinguere e quindi spesso destinate all’incenerimento. I ricercatori dell’HIF hanno testato 23 polimeri, utilizzando una combinazione di strumenti avanzati come l’immagine iperspettrale (HSI), la spettroscopia Raman e la spettroscopia FTIR, che, insieme, permettono un’identificazione precisa anche dei materiali neri. Gli esperimenti mostrano anche l’identificazione riuscita delle plastiche anche con tempi di acquisizione brevi di 500 millisecondi
Un progetto per testare la tecnologia
Questa tecnologia è stata integrata nel progetto Car2Car per migliorare la separazione dei materiali nelle automobili a fine vita. La caratterizzazione della plastica basata sui sensori, dunque, funziona già per la separazione di metalli e polimeri. Grazie a questi progressi, il processo di riciclo è diventato più efficiente e ora punta ad estendersi alla plastica nei RAEE.