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L’inquinamento indoor è più pericoloso di quello che troviamo per strada

La capacità delle nanoparticelle di smog di trasformarsi in vettori di molecole tossiche per il corpo rende l’inquinamento indoor insidioso

inquinamento indoor
via depositphotos.com

Uno studio ENEA sottolinea l’importanza di intervenire contro l’inquinamento indoor

Sei al sicuro tra le mura domestiche? La risposta è no, se pensiamo che l’inquinamento indoor ha effetti sulla salute paragonabili a quelli dell’inquinamento esterno. Anzi, forse perfino peggio.

Lo afferma un recente studio condotto da ENEA e CNR-ISAC, in collaborazione con le università Sapienza di Roma e Milano-Bicocca. Le conseguenze si hanno su malattie polmonari, cardiache e tumorali. La ricerca, pubblicata su Environmental Pollution, ha analizzato il particolato fine (PM2.5) e ultrafine (PM0.1) proveniente dal traffico veicolare urbano. Una volta infiltrato in ambienti chiusi, questo smog attiva risposte infiammatorie nel tessuto bronchiale umano. Grazie a un innovativo sistema biotecnologico portatile, gli scienziati hanno monitorato la risposta delle cellule polmonari esposte a queste nanoparticelle, rilevando una modifica delle proprietà chimico-fisiche del particolato quando questo si infiltra in spazi chiusi, aumentando la sua tossicità.

Implicazioni per le politiche di qualità dell’aria indoor

I risultati dello studio hanno un’importanza cruciale per le future normative sulla qualità dell’aria indoor. Secondo i ricercatori, le nanoparticelle ultrafini, in particolare il PM0.1, possono agire come vettori di molecole tossiche all’interno del corpo umano, con un impatto significativo sulla salute. Le condizioni meteorologiche esterne, come bassa pressione, vento e piogge, contribuiscono a modificare le proprietà del particolato. Lo rendono più pericoloso, pertanto, quando si infiltra in ambienti chiusi. Poiché in media la popolazione urbana trascorre il 97% del tempo in spazi chiusi, lo studio incoraggia una risposta istituzionale. Come sottolinea Massimo Santoro, della divisione biotecnologie dell’ENEA, “questi risultati rappresentano una base importante per fornire un solido supporto scientifico alle politiche di adeguamento delle normative sulla qualità dell’aria in ambiente indoor”. Queste regole abbracciano contesti come uffici, abitazioni, scuole e luoghi di sport e svago. In particolare, Santoro sottolinea “il ruolo critico delle particelle fini e ultrafini come vettori di molecole tossiche per la salute umana”.

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