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Dl Ambiente, Aero: “Errore aver eliminato l’eolico offshore dalle priorità Via”

L'associazione: lacuna normativa rischia di "rallentare la nascita di quella grande industria e filiera nazionale legata allo sviluppo di decine di progetti di rinnovabili dal mare"

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Foto di Jesse De Meulenaere su Unsplash

Oggi il CdM ha dato il via libera al Dl Ambiente

“Con l’approvazione oggi in CdM del decreto legge contenente anche le tanto attese norme per la razionalizzazione e semplificazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale per gli impianti FER, ci saremmo aspettati che dal Mase arrivasse la conferma dell’importanza dei progetti eolici offshore nell’ambito della complessa attività della Valutazione di Impatto Ambientale. Al contrario, dal testo approvato sembrerebbe che, nonostante avessimo per tempo segnalato la criticità, i progetti eolici offshore anche se con taglia superiore ai 250MW e quelli fotovoltaici galleggianti oltre i 50MW, non rientrerebbero tra quelli che beneficerebbero di un criterio di priorità nella valutazione della Commissione ministeriale VIA PNRR-PNIEC. Questa lacuna normativa non soltanto rischia di compromettere il ruolo che il nostro settore può rappresentare per il Paese, ma soprattutto di rallentare la nascita di quella grande industria e filiera nazionale legata allo sviluppo di decine di progetti di rinnovabili dal mare. Quella che secondo noi è sicuramente una svista, ben sapendo quanto il Mase è impegnato positivamente nel nostro settore, contrasta con il prossimo decreto fortemente voluto dal MASE per la definizione dei porti da dedicare agli hub infrastrutturali per l’eolico offshore, nonché con il regolamento delle aste dedicate del Fer2 che hanno previsto di destinare oltre 3,8 GW a questo settore da assegnare entro il 2028. 

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Porremo all’attenzione di tutti i Gruppi politici parlamentari questa criticità affinché si possa garantire le necessarie certezze ai tanti investitori che nel nostro Paese stanno impegnando centinaia di milioni di euro per questi straordinari e innovativi progetti” – è quanto dichiara il presidente dell’Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, Fulvio Mamone Capria, al termine del Consiglio dei Ministri odierno dove è stato approvato lo Schema di decreto legge Ambiente contenente provvedimenti sulla Via, l’economia circolare e le bonifiche.

“Con richieste di connessione a Terna di oltre 80 GW, VIA rilasciate per oltre 1 GW e procedimenti in corso per oltre 14 GW è impensabile che non ci si renda conto del potenziale delle rinnovabili dal mare. La sola realizzazione del 10% nei prossimi anni delle attuali richieste di connessione, consentirebbe all’Italia produrre energia pulita pari a quasi il 7% del fabbisogno nazionale, con una riduzione di emissioni di CO2 senza precedenti. Questo processo ci consentirà di non tardare nel raggiungimento degli obiettivi europei, già minacciati dal malgoverno di alcuni territori, dalle fake news che minacciano la crescita delle rinnovabili, da un aumento dei consumi energetici futuri vertiginoso”- prosegue Mamone Capria.

“Porteremo in Parlamento le nostre ragioni e la visione europea della nostra associazione. La concretizzazione e il raggiungimento degli sfidanti obiettivi di decarbonizzazione della nostra economia, che vedono nei progetti di eolico offshore il giusto completamento del sistema integrato della produzione energetica da fonti rinnovabili, non possono più tardare. Con un potenziale di oltre 40 GW di progetti di rinnovabili dal mare presentati al Mase dai nostri soci, abbiamo chiara la nostra mission e intendiamo portarla avanti con un’efficace sinergia tra ambientalisti e pescatori, tra realtà locali e imprese, tra mondo della ricerca e della formazione professionale. Racconteremo questo in Parlamento, in sede di conversione del decreto legge, certi che tutti i rappresentanti delle diverse forze politiche sapranno cogliere la nostra segnalazione identificando correttamente le priorità del potenziale delle rinnovabili dal mare e alle straordinarie ricadute economiche, ambientali e sociali che consentiranno al nostro Paese di accreditarsi come prima nazione nel Mediterraneo per progetti realizzati e per la nascita di una eterogenea e specializzata filiera industriale” – conclude Mamone Capria.

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