Rinnovabili • Picco emissioni energetiche: probabilmente sarà già nel 2024

Il picco delle emissioni energetiche arriverà nel 2024

Solare e batterie anticipano il culmine delle emissioni del settore energetico globale. Ma il lento progresso in altri ambiti (tra cui eolico offshore, elettrificazione dell’hard-to-abate, idrogeno, nucleare IIIG e CCS) faranno scendere le emissioni solo del 5% al 2030

Picco emissioni energetiche: probabilmente sarà già nel 2024
Foto di Arno Senoner su Unsplash

Probabilmente il picco delle emissioni energetiche arriverà già nel 2024, ma non sarà sufficiente per raggiungere gli obiettivi sul clima dell’Accordo di Parigi. Solare e stoccaggio svolgono un ruolo cruciale nell’invertire la traiettoria emissiva del settore energetico. Tuttavia, la discesa sarà più lenta del necessario. Gli intoppi principali? Espansione delle rinnovabili troppo lenta, pochi progressi nei settori hard-to-abate e dove l’elettrificazione non è un’opzione valida, politiche energetiche disallineate dai target climatici. Lo sostiene il rapporto Energy Transition Outlook 2024 dell’azienda norvegese di consulting DNV.

Verso il picco delle emissioni energetiche

Il fattore chiave che spinge DNV a fissare già per quest’anno il picco delle emissioni energetiche è il boom di fotovoltaico, sempre più abbinato a capacità di storage che rende l’energia pulita disponibile 24 ore al giorno. Con costi di pannelli e batterie che continueranno a scendere. Le installazioni annuali di fv sono cresciute dell’80% l’anno scorso e continueranno anche se a un ritmo leggermente inferiore. Il solare sta rosicchiando il ruolo del carbone: il consumo globale di carbone nelle centrali elettriche è inferiore nel 2024 rispetto al 2023. E nel prossimo decennio si prevede una crescita del carbone solo nel subcontinente indiano.

Altro driver rilevante è la penetrazione di auto elettriche. L’espansione è “così elevata” che la Cina ha già superato il picco della domanda di benzina, mentre il picco globale del petrolio dovrebbe arrivare entro il prossimo biennio. La traiettoria degli EV viaggia spedita verso una quota del 50% delle nuove immatricolazioni a livello globale entro il 2031.

Discesa o plateau?

Cosa succederà dall’anno prossimo? DNV non lascia troppo spazio all’ottimismo. La riduzione delle emissioni energetiche nel 2025 è “marginale e non molto certa”, arriva appena a -0,4%.  Pesa l’incertezza politica ed economica a livello globale. Altri fattori rallenteranno il calo dopo il picco delle emissioni energetiche, tra cui:

  • la lenta affermazione delle soluzioni di decarbonizzazione in settori difficili da elettrificare come l’industria pesante, il settore marittimo e l’aviazione;
  • un forte aumento della domanda globale di viaggi aerei;
  • scarsa penetrazione dell’idrogeno nei settori hard-to-abate e di altre soluzioni come la cattura e stoccaggio della CO2 (CCS), che catturerà appena il 2% delle emissioni globali nel 2040;
  • sviluppo inferiore alle attese per l’eolico offshore e il nucleare di terza generazione (mini-reattori);
  • lenti progressi nell’efficienza energetica, con l’intensità energetica globale che migliora solo del 2% entro il 2030 (il target fissato alla Cop28 era il 4%).

In prospettiva, DNV suggerisce che le emissioni globali di CO2 legate all’energia si ridurranno solo del 5% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2023. Nel 2050, le emissioni di CO2 saranno pari a 17 miliardi di tonnellate (Gt), cioè dimezzate rispetto a oggi. Ma questo risultato dovrebbe essere raggiunto 20 anni prima negli scenari di transizione delineati dall’IPCC.

“Le emissioni cumulative determinano un aumento della temperatura globale e molto probabilmente ci stiamo dirigendo verso 2,2°C di riscaldamento nel 2100”, conclude DNV.

Leggi QUI il rapporto Energy Transition Outlook 2024

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