300 moduli fotovoltaici FuturaSun Silk® Plus Silver sono stati installati sulle coperture del celebre edificio progettato dall’architetto Frank Gehry. L’impianto, perfettamente integrato nell’architettura grazie al suo colore argenteo, sta aiutando il Museo a risparmiare energia elettrica coprendo il fabbisogno di illuminazione di tutte le sale espositive
Quando il fotovoltaico c’è ma non si vede
L’energia solare incontra l’arte. E lo fa in uno degli edifici più iconici dell’architettura moderna, riuscendo ad unire l’esigenza estetica con quella prettamente energetica. Succede in Spagna è più precisamente al Guggenheim Museum Bilbao, sui cui tetti oggi sono in funzione 300 pannelli fotovoltaici Silk Plus Silver firmati FuturaSun. Difficile individuarli ad occhio nudo e non solo per una questione di “posizionamento”.
L’installazione è stata attentamente integrata nel corpo del Museo al fine di conservare l’unicità architettonica dell’edificio, nel pieno rispetto del patrimonio culturale e urbanistico della città. E oggi rappresenta a tutti gli effetti uno dei più riusciti esempi di fotovoltaico integrato in edilizia (BIPV – Building-Integrated PhotoVoltaic).
Il ruolo del BIPV
La solarizzazione degli edifici rappresenta uno strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE entro il 2050 e per ridurre la spesa energetica degli utenti finali attraverso l’autoconsumo. Lo sa bene la Commissione Europea che, nell’ambito della revisione della Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD) ha dedicato un capitolo al fotovoltaico e più precisamente all’ottimizzazione del potenziale di produzione solare negli edifici dell’Unione. Con diverse deadline di implementazione per gli immobili pubblici, commerciali, residenziali e perfino per i parcheggi.
Secondo l’analisi preliminare condotta dall’Associazione europea del fotovoltaico, SolarPower Europe, le norme potrebbe favorire l’installazione di 150-200 GW di sistemi solari su tetti e coperture edilizie. Valore che è circa un terzo del potenziale totale di solar roof nell’UE, stimato dal Centro comune di ricerca. Ma un ulteriore contributo potrebbe arrivare anche dalle facciate, dai balconi e dai sistemi di schermatura di case e palazzi. A patto di puntare su prodotti fv efficienti, facili da integrare nell’ambiente costruito ed esteticamente “flessibili” per venire incontro alle diverse esigenze urbane e paesaggistiche.
I moduli fotovoltaici colorati di FuturaSun
In questo slancio verso l’energia solare gli elementi BIPV colorati offrono interessanti soluzioni sia nella ristrutturazione energetica di edifici vecchi o storici all’interno di insediamenti urbani complessi, sia nella costruzione di nuovi immobili già orientati alla soddisfazione dei futuri target europei.
Negli ultimi anni accanto ai tradizionali pannelli solari neri e blu si sono affiancate una serie di opzioni decisamente più colorate. Moduli fotovoltaici rossi, arancioni e marroni hanno fatto lentamente capolino sul mercato con l’obiettivo di soddisfare esigenze estetiche sempre più complesse. Soprattutto lì dove i vincoli urbanistici e paesaggistici rendono problematico il fotovoltaico classico.
In questo contesto l’azienda italiana FuturaSun si è ritagliata un ruolo da protagonista, presentando i suoi primi moduli fotovoltaici colorati addirittura nel 2021. La società non ha mai smesso di investire nell’innovazione e oggi la sua gamma Silk® Colour rappresenta una risposta concreta alle domande di sostenibilità energetica e resa estetica, facendo la sua comparsa anche in fiere di design internazionali, come l’Italian Design Champions, all’esclusiva World Design Cities Conference (WDCC 2024) di Shanghai.
Rispetto alle versioni precedenti, i nuovi pannelli offrono una maggiore potenza e una palette di colori più ricca. Premiata con l’Archiproduct Design Award (ADA) 2022, e con l’Archiproduct Sustainability Award 2023, nella categoria costruzioni, la gamma nasce con un preciso obiettivo: valorizzare l’integrazione architettonica del fotovoltaico senza rinunciare alle prestazioni. Disponibili in rosso, arancione, argento e verde, i pannelli fotovoltaici Silk Color sono composti da 108 celle solari monocristalline di tipo N half-cut, e vantano potenze fino a 390 Wp.
I tetti fotovoltaici del Museo Guggenheim di Bilbao
La conservazione dell’unicità architettonica ha rappresentato una grande sfida nello sviluppo del progetto fotovoltaico per il Museo Guggenheim di Bilbao. Ecco perché la scelta è caduta su 300 moduli FuturaSun Silk® Plus Silver, progettati appositamente per tetti in metallo e facciate fotovoltaiche innovative. Vetro e cornice argentati si sposano perfettamente con l’originale estetica dell’edificio disegnato dall’architetto Frank Gehry, restituendo una continuità visiva eccezionale. I pannelli sono invisibili dalla strada ma anche con una diversa prospettiva l’installazione appare perfettamente integrata nei tetti della struttura. E il design ha ricevuto l’approvazione preliminare sia di Gehry che delle autorità comunali.
Ma lo speciale impianto realizzato sulle coperture museali rappresenta soprattutto uno strumento di sostenibilità. Con i suoi 80 kW di potenza di picco permetterà all’edificio di alleggerire la sua spesa energetica, coprendo interamente il fabbisogno elettrico del sistema di illuminazione delle gallerie espositive.
Come spiega Stefano Simonetto, Sales Director EMEA di FuturaSun, l’installazione è stata realizzata grazie al supporto del partner locale esclusivo SunFields Europe. “Grazie alla combinazione della presenza territoriale di SunFields nella penisola iberica e dei nostri prodotti, siamo riusciti a portare a termine questa installazione così importante e simbolica per l’integrazione sostenibile nell’architettura”.
I moduli fotovoltaici Silk Color di FuturaSun si sposano perfettamente con la strategia di sostenibilità lanciata dal Guggenheim Museum Bilbao. È da più di vent’anni infatti che la responsabilità ambientale è divenuta vessillo della gestione museale. Basti pensare che il Guggenheim Museum Bilbao è stato il primo museo in assoluto a livello internazionale a misurare la propria impronta di carbonio, comprese le emissioni indirette, pubblicando i risultati. E che dal 1 giugno di quest’anno la sua fornitura elettrica arriva al 100% da fonti rinnovabili. Una scelta che assieme al nuovo impianto fotovoltaico sul tetto permetterà di ridurre di oltre un terzo la sua carbon footprint.