I dati diffusi dall’Anbi. I nubifragi sono più della metà del totale. Particolare concentrazione di episodi nelle prime 2 settimane di settembre. Anche in Emilia-Romagna. L’Anbi: “è dagli anni ’80 che in Italia manca la pianificazione nazionale di interventi per la prevenzione idrogeologica”
Sono 7 al giorno gli eventi estremi in Italia nel 2024
Quasi 1.900 in 259 giorni. Sono più di 7 ogni giorno gli eventi estremi in Italia nel 2024. Con l’acqua a dominare il quadro. E un mese di settembre particolarmente funestato. I nubifragi che si sono abbattuti quest’anno sul Belpaese sono 1.023, più di metà del totale. E sono ben 157 quelli che si sono verificati nelle prime 2 settimane del mese in corso. Il 91% ha colpito le regioni del Centro-Nord. E poi le grandinate, 664 da inizio anno, contando solo quelle con chicchi di grandi dimensioni. 37 delle quali nel mese in corso con record di diametro in Versilia (7-9 cm). I tornado sono stati 212, di cui quasi 1 su 4 concentrato a inizio settembre e il 71% che ha interessato le coste tirreniche.
L’Emilia-Romagna molto colpita a settembre
Sono i dati diffusi oggi dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche relativi agli eventi estremi in Italia dall’inizio dell’anno al 15 Settembre 2024. L’associazione sottolinea un aspetto non secondario: tutte e tre le tipologie di eventi climatici estremi ha colpito l’area orientale dell’Emilia-Romagna a settembre.
La regione dal 17 settembre è colpita da una nuova alluvione innescata da piogge anomale (fino a 300 mm cumulati nelle prime 48 ore). Secondo l’Ispra, il 45,6% del suo territorio è a rischio allagamento, presentando una probabilità elevata di alluvione di media intensità: il dato peggiore in Italia.
“E’ un dato, su cui occorre riflettere, perchè spiegherebbe il ripetersi di un’alluvione a soli 16 mesi dalla disastrosa inondazione di Maggio 2023: se l’Italia è l’hub mediterraneo della crisi climatica, sulle aree costiere dell’Adriatico convergono probabilmente fenomeni atmosferici incompatibili e scatenanti piogge torrenziali, che esaltano l’inadeguatezza dell’attuale rete idraulica”, evidenzia il direttore generale di Anbi, Massimo Gargano.
Dato che spinge anche a concentrare l’attenzione sulle strategie di prevenzione e le loro falle. “E’ una verità scomoda, ma che va detta per rispetto verso chi sta soffrendo le conseguenze di nuove alluvioni: è dagli anni ’80 che in Italia manca la pianificazione nazionale di interventi per la prevenzione idrogeologica, privilegiando di intervenire con fondi per le emergenze. È quanto sta accadendo anche in Romagna”, afferma Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi.
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