Se l’intera produzione siderurgica dedicata all’automotive made in Europe passasse all’acciaio prodotto con idrogeno pulito e energia rinnovabile, le emissioni associate a ciascun veicolo crollerebbero da 1,4 a 0,1 tonnellate di CO2 equivalente
Un rapporto dell’Icct calcola il potenziale inespresso dell’acciaio sostenibile
Solo 4 delle 17 case auto che piazzano i loro veicoli sul mercato europeo si sono impegnate a usare una quota di acciaio verde entro il 2030. Quota peraltro molto bassa: non si va oltre il 2% dell’acciaio totale usato dai 17 marchi. O il 4%, se si include anche l’acciaio prodotto non con energia rinnovabile ma con fonti low-carbon. Eppure, la convenienza sembra evidente: la riduzione delle emissioni può essere conseguita a fronte di un aumento del costo unitario delle auto di appena 100-200 euro.
È la storia di un connubio potenzialmente molto virtuoso ma, drammaticamente, mancato, quella che viene illustrata nell’ultimo rapporto dell’International Clean Council on Transportation (Icct). Automotive e acciaierie avrebbero a disposizione una sinergia che spiana la strada per la decarbonizzazione. Ma non la stanno sfruttando.
Acciaio verde, mutui vantaggi per automotive e siderurgico
Oggi l’industria siderurgica è responsabile del 7% delle emissioni globali di gas serra. I processi produttivi si basano ancora in larga parte sulle fonti fossili più inquinanti (carbon coke). Ma esistono ormai alternative che possono essere alimentate a energie rinnovabili. Per promuovere la conversione del settore basterebbe l’input delle case automobilistiche, tra i maggiori consumatori di acciaio.
I marchi auto avrebbero la loro convenienza. Secondo l’Icct, passare dalla tradizionale produzione di acciaio a base di carbone a tecnologie prive di combustibili fossili, come l’idrogeno verde e l’energia rinnovabile, può ridurre “drasticamente” e “fino al 95%” le emissioni di gas serra derivanti dalla produzione di acciaio per veicoli passeggeri. Tutto questo mentre si aumenta il costo dei veicoli di “meno dell’1%”.
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Più nel dettaglio, l’acciaio basato sulle fossili comporta 1,4 tonnellate di CO2 equivalente (tCO2eq) per auto in Europa e 1,9 negli Stati Uniti. Usare l’acciaio verde abbatterebbe queste emissioni a meno di 0,1 tCO2eq.
“L’industria automobilistica può svolgere un ruolo fondamentale nella pulizia di una delle industrie più sporche al mondo, impegnandosi ad acquistare acciaio privo di combustibili fossili. La loro domanda può inviare un segnale potente all’industria siderurgica, ma gli impegni attuali sono tutt’altro che sufficienti”, commenta Marta Negri, ricercatrice associata dell’ICCT e autrice principale dello studio.