Il rapporto annuale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse): i volumi di risorse per progetti “collegati” alla tutela della natura salgono, ma calano quelli per progetti che hanno la biodiversità come obiettivo principale
Tra 2021 e 2022 la finanza per la biodiversità è cresciuta quasi del 40%
I finanziamenti allo sviluppo che hanno tra gli obiettivi la protezione e il ripristino della natura sono più che raddoppiati in 8 anni. Dai 7,3 miliardi di dollari del 2015, la finanza per la biodiversità a livello globale è salita a 11,1 miliardi nel 2021 e ha compiuto un balzo ulteriore nel 2022 raggiungendo 15,4 miliardi di dollari.
Nonostante questa progressione, le risorse mobilitate a livello mondiale sono ancora lontane dai volumi pattuiti 2 anni fa a Montréal. L’obiettivo 19 sulla biodiversità del Global Biodiversity Framework approvato alla Cop15 di Kunming fissa due traguardi per le risorse pubbliche internazionali per la biodiversità: almeno 20 miliardi di dollari all’anno entro il 2025 e almeno 30 miliardi di dollari all’anno entro il 2030.
Il contributo globale in termini di finanza per la biodiversità è quindi “attualmente del 23% inferiore all’obiettivo 19”, sottolinea un rapporto dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che fa il punto sulle risorse mobilitate per la tutela della natura e fornisce le cifre più accurate in materia.
La carenza di finanziamenti non è l’unica criticità messa in luce nel rapporto. Un altro grande problema è analogo a quello che continua a perseguitare la finanza per il clima: la natura dei flussi finanziari. Anche nel caso della biodiversità, infatti, la stragrande maggioranza delle risorse viene mobilitata sotto forma di prestiti, non di erogazioni a fondo perduto. Tuttavia, va notato che l’aumento tra 2021 e 2022 è da imputare alle scelte di istituzioni multilaterali come le banche per lo sviluppo, che hanno moltiplicato i prestiti a tasso agevolato passando da 2,7 a 5,7 miliardi di dollari.
C’è poi un secondo problema che emerge dal rapporto Ocse. Anche in questo caso, trova riscontro nelle dinamiche che caratterizzano la finanza per il clima e la difficoltà di certificare l’impatto positivo sul clima di certi progetti. Mentre sta crescendo il volume di finanza che viene diretta a progetti con obiettivi “collegati” alla biodiversità, si è ridotta la quota di finanziamenti verso progetti che hanno la protezione della natura come obiettivo principale: da 4,6 miliardi nel 2021 siamo scesi a 3,8 miliardi nel 2022.