Il Parlamento Europeo ha respinto due decisioni della Commissione che autorizzano la presenza di residui di alcuni pesticidi vietati nell’Unione Europea negli alimenti importati
No ai pesticidi negli alimenti importati
La presenza di pesticidi negli alimenti importati è oggetto di una discussione in ambito UE che dura da lungo tempo. Il Parlamento Europeo ha respinto due decisioni della Commissione che autorizzano la presenza di residui di alcuni pesticidi vietati nell’Unione Europea negli alimenti importati. Si parla in questo caso di tolleranze, ovvero i livelli massimi residui.
Pesticidi negli alimenti importati, un problema di salute
Le principali associazioni agricole italiane, come Confagricoltura e Coldiretti, hanno condotto una lunga battaglia su questo tema che riguarda in primo luogo la salute delle persone.
I prodotti importati dai paesi extra-UE, oltre a contenere pesticidi vietati da anni perché riconosciuti nocivi, fanno anche concorrenza sleale ai prodotti comunitari perché godono di esenzioni doganali e possono praticare prezzi più bassi.
Un doppio, danno, quindi, per gli agricoltori europei che rispettano le regole e per i consumatori che non vedono tutelata la loro salute.
Quali sono i pesticidi banditi dall’UE?
I pesticidi in questione sono il ciproconazolo, lo spirodiclofen, il benomyl, il carbendazim e il tiofanato-metile.
Il ciproconazolo è un fungicida che in agricoltura è usato sulle colture di cereali, caffè, barbabietola da zucchero, alberi da frutto, uva, arachidi.
Lo spirodiclofen è un acaricida usato anche per combattere la cocciniglia nelle coltivazioni frutticole, sugli agrumi e sulla vite.
Il benomyl è un fungicida sistemico selettivamente tossico per i microrganismi e gli invertebrati.
Il carbendazim è un fungicida utilizzato per controllare le malattie dei cereali, delle piante da frutto, inclusi agrumi, banane, fragole, noci di macadamia, ananas e pomacee.
Il tiofanato-metile è un fungicida sistemico.
Garantire condizioni di parità
Le risoluzioni del Parlamento Europeo sottolineano che i prodotti agricoli importati da paesi terzi devono seguire gli stessi standard dei prodotti fabbricati nell’UE per garantire condizioni di parità.
Per respingere le decisioni della Commissione è stata necessaria la maggioranza assoluta di almeno 359 eurodeputati. In realtà l’opposizione è stata molto superiore. Ora la Commissione deve ritirare le sue proposte.
Il prossimo passaggio prevede che la Commissione presenti un nuovo progetto. I livelli massimi di residui devono essere al limite di determinazione (la quantità più bassa alla quale possono essere rilevati) o al valore predefinito di 0,01 mg/kg per tutti gli usi.
Inoltre, si rifiuta qualunque richiesta di tolleranze per gli alimenti importati dai paesi extra-UE.