I pannelli fotovoltaici ABC AIKO N-Typ rivestono la speciale pensilina solare realizzata a 4.300 metri di altitudine nell'Everest National Park. L'energia prodotta alimenterà tre colonnine di ricarica integrate nel parcheggio
Una stazione di ricarica fotovoltaica ad alta quota
Quanto in alto può arrivare il fotovoltaico? In attesa di capire dove porteranno gli esperimenti sulle centrali solari spaziali, sulla Terra c’è chi diletta a sfidare vette più conosciute. Nasce così la stazione di ricarica fotovoltaica più alta al mondo: una tettoia solare dotata di pannelli bifacciali realizzata nell’Everest National Park, a ben 4.300 metri di altitudine.
Il progetto fa parte di una più ampia iniziativa – la “Sichuan-Tibet Highway Supercharging Green Corridor” – lanciata per supportare la mobilità elettrica lungo la National Highway 318. Ma le caratteristiche ambientali del sito di installazione la rendono speciale.
Fotovoltaico ad alta quota, una sfida possibile
Ben inteso, non è la prima volta che la tecnologia fv “punta in alto”. Negli ultimi anni, soprattutto in Tibet, sono sorte diverse installazioni solari ad altitudini comprese tra i 4.000 e 4.700 metri, conquistando di volta in volta il titolo di impianto fotovoltaico più alto al mondo.
Per cercare record significativi non bisogna andare neppure troppo lontano: a 1.810 metri sul livello del mare, in cima al Lac des Toules (bacino artificiale nel Canton Vallese, in Svizzera) è attiva dal 2029 una centrale solare galleggiante. La prima nel suo genere localizzata ad una quota così alta.
In tutti i casi si tratta di una sfida. Maggiore è latitudine, più grani saranno le probabilità di dover affrontare condizioni meteorologiche avverse, come grandinate, bufere di neve e forti venti. E gli alti livelli di radiazione solare rendono l’ambiente imprevedibile. Inoltre, l’alta quota, il freddo intenso e i carichi di neve pongono seri rischi per qualsiasi apparecchiatura solare.
I pannelli solari bifacciali ABC N-Type di AIK
Gli sviluppatori della stazione di ricarica fotovoltaica più alta al mondo hanno deciso di affrontare tali rischi puntando sui pannelli solari bifacciali ABC N-Type di AIKO. La terza generazione di moduli fotovoltaici ABC è stata premiata nel 2023 sia dall’Intersolar Award che dal Red Dot Design Award per le sue eccellenti prestazioni. A cominciare dall’elevata efficienza di conversione (fino a 25,2% in alcuni modelli), dalla bassa degradazione della potenza e dal ridotto coefficiente di temperatura (-0,26%/°C).
In realtà l’impianto dell’Everest National Park non è dotato ancora della terza generazione ABC, ma i prodotti montati non sfigurano. I moduli montati sulla tettoia possiedono un doppio vetro e vantano un’efficienza del 23,9% e una potenza in uscita in uscita con 645 W. Oltre alla funzione di ottimizzazione dell’ombreggiatura parziale che consente di massimizzare la generazione elettrica anche in condizioni di copertura, i pannelli solari di AIKO sono noti anche per la loro resistenza alle microfratture.
I pannelli solari bifacciali ABC N-Type sono inoltre in grado di resistere a differenze di temperatura estreme (△40℃) e intense grandinate. La serie ABC ha superato il 4x IEC HF Reliability Test e l’Hail Test e ha ottenuto con successo la qualifica PVEL 50mm. “Con l’aumentare dell’altitudine – spiega Aiko in una nota stampa – la densità dell’aria e la pressione atmosferica saranno sempre più basse, quindi le proprietà isolanti nel modulo saranno indebolite. Ma ABC ha superato il test IEC High Voltage 1.5x”.
La stazione di ricarica fotovoltaica più alta al mondo
L’impianto vanta nel complesso una capacità installata di 150 kW ed è dotato di una batteria di accumulo e tre colonnine di ricarica per auto.
“Questo progetto esemplifica la missione di AIKO di portare energia pulita in alcuni dei luoghi più remoti e difficili della Terra. Generando 236.800 kWh di energia pulita all’anno, la stazione Everest aiuta a ridurre l’impronta di carbonio dei viaggi attraverso questa regione iconica, promuovendo la visione di AIKO di una società a zero emissioni di carbonio in cui sviluppo e protezione ambientale coesistono”, spiega la società.
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