Rinnovabili • Cattura diretta dall’aria di CO2: start-up Holocene promette 100 $/t

La start-up che promette di rendere davvero economica la cattura diretta dall’aria di CO2

Holocene si basa su una nuova tecnologia DAC messa a punto dall’Oak Ridge National Laboratory statunitense, più efficiente di quelle a filtro solido. Google scommette che arriverà a scala commerciale entro il 2032

Cattura diretta dall’aria di CO2: start-up Holocene promette 100 $/t
crediti: Holocene

Google scommette sulla cattura diretta dall’aria di CO2 sotto i 100 dollari a tonnellata

Abbassare il costo della cattura diretta dall’aria di CO2 fino a 100 dollari a tonnellata. La soglia sotto la quale questa tecnologia per la rimozione del carbonio diventa economicamente conveniente e può diffondersi su vasta scala. È la promessa di Holocene, una start-up statunitense che ha appena siglato un accordo con Google per catturare e stoccare 100mila t CO2 l’anno a partire dal 2032.

Problemi e promesse della tecnologia DAC

Le soluzioni che si basano sulla tecnologia DAC (Direct Air Capture) hanno un grande potenziale, ma anche diverse criticità. Gli ultimi rapporti dell’IPCC, il Panel intergovernativo dell’Onu sul cambiamento climatico, hanno chiarito che in ogni scenario emissivo che rispetta gli obiettivi di Parigi sarà necessario, nel lungo termine, fare affidamento su una quota più o meno grande di rimozioni di CO2.

Tuttavia, oggi la cattura diretta dall’aria di CO2 è ancora troppo costosa per poter essere adottata alla scala necessaria. In media, il costo per catturare 1 tonnellata di anidride carbonica dall’atmosfera e stoccarla in via definitiva oggi si aggira intorno ai 600 dollari a tonnellata. L’azienda più avanzata su questo fronte, la svizzera Climeworks, ha annunciato nei mesi scorsi un nuovo progetto, Mammoth, che dovrebbe riuscire a dimezzare i costi fino a 250-300 $/t.

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Secondo alcuni studi, tra cui uno del Politecnico di Zurigo a cui è legata Climeworks, la curva di costo della DAC non potrebbe scendere sotto i 230-540 dollari per tonnellata, considerando sia i materiali sia il design.

Un passo avanti nel sequestro di CO2 dall’aria?

Holocene ritiene di poter abbattere questa barriera di costo e rendere l’adozione della tecnologia DAC competitiva rispetto al costo del carbonio scambiato sui mercati ETS. Come? Grazie a un nuovo approccio messo a punto dai laboratori del Dipartimento dell’Energia statunitense di Oak Ridge.

La maggior efficienza deriva dalla capacità di mantenere in funzione contemporaneamente due cicli chimici. Uno assorbe CO2 dall’aria, l’altro produce un flusso puro di CO2 catturata che può così essere sequestrata. La cattura avviene grazie all’addizione di amminoacidi all’acqua, quindi la CO2 viene portata allo stato solido aggiungendo guanidina chimica alla miscela. Il processo di rilascio dell’anidride carbonica avviene a bassa temperatura (70-100°C). Al contrario, le tecnologie DAC più rodate, come quella di Climeworks, si basano su filtri solidi e non permettono cattura e rilascio in contemporanea.

Per il momento, Holocene sta operando un impianto dimostrativo di piccola taglia, in Tennessee (a pochi km dai laboratori di Oak Ridge), capace di catturare appena 10 tonnellate di CO2 l’anno. Google ha contribuito con quasi 10 milioni di dollari all’investimento necessario per far progredire la tecnologia. I prossimi passaggi prevedono la costruzione di un sito da 5mila t/anno e poi uno su scala commerciale da 500mila t/anno.

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About Author / Lorenzo Marinone

Scrive per Rinnovabili.it dal 2016 ed è responsabile della sezione Clima & Ambiente. Si occupa in particolare di politiche per la transizione ecologica a livello nazionale, europeo e internazionale e di scienza del clima. Segue anche i temi legati allo sviluppo della mobilità sostenibile. In precedenza si è occupato di questi temi anche per altri siti online e riviste italiane.