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Unire materiali senza adesivi inquinanti? Arriva l’AddJoining

L’Università di Graz ha sviluppato una tecnica chiamata AddJoining come alternativa ecologica agli adesivi industriali

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Addjoining uses 3D printing to print a component made of plastic composites onto wood. Image source: Wolf – TU Graz

Sia l’AddJoining che l’unione tramite ultrasuoni sono metodi promettenti per diverse industrie

Si chiama AddJoining la nuova tecnica sviluppata da scienziati austriaci per realizzare un’alternativa ecologica agli adesivi industriali. L’approccio dell’Università Tecnica di Graz (TU Graz) permette di unire materiali tramite legami estremamente forti a livello dei pori, senza l’uso di sostanze chimiche dannose. Si apre così una nuova  strada verso processi di produzione più sostenibili.

Gli adesivi tradizionali, in particolare quelli a base di petrolio, presentano rischi ambientali e per la salute. La loro produzione consuma molte risorse ed energia, emettendo inquinanti che danneggiano l’ambiente. Inoltre, una volta che i prodotti uniti raggiungono la fine del loro ciclo di vita, questi adesivi possono contaminare il suolo e le acque sotterranee. Per affrontare queste problematiche, i ricercatori hanno ideato l’AddJoining. 

Cos’è l’AddJoining e come funziona

La tecnica utilizza la stampa 3D per unire direttamente materiali come legno, plastica e metalli. Questo metodo consente al materiale stampato in 3D di penetrare nei pori del legno, creando un legame forte senza bisogno di colle. Durante i test, il legame si è rotto all’interno del materiale stesso, lasciando intatta la giunzione. Secondo il team della TU Graz, ciò indica una connessione duratura tra il legno e il polimero. L’università ritiene che questo processo potrebbe essere ulteriormente migliorato utilizzando laser per incidere pori più grandi nel legno. Secondo Sergio Amancio, che ha guidato il gruppo, “possiamo utilizzare questa tecnologia particolarmente bene con geometrie 3D complesse, perché i componenti vengono stampati direttamente sulla superficie”.

Anche gli ultrasuoni mandano gli adesivi in pensione

L’esperimento ha testato anche un secondo metodo, chiamato “unione a ultrasuoni“. Questa si basa su onde ultrasoniche per generare calore e unire i materiali attraverso l’attrito. “Questa tecnica è particolarmente adatta per componenti di grandi dimensioni e strutture 2D, poiché otteniamo una giunzione a punti localizzata con precisione”, spiega Awais Awan, che ha dedicato il suo dottorato alla tecnologia di giunzione utilizzando l’energia ultrasonica. I ricercatori credono che questi metodi eco-friendly possano trasformare settori come quello dei mobili, dell’automobile e dell’aviazione.

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