Aumento delle temperature e riduzione delle precipitazioni – entrambi previsti dai modelli climatici nei prossimi decenni – aumenteranno il rilascio di carbonio dai terreni delle foreste tropicali, uno dei pozzi di CO2 più importanti del Pianeta
Un esperimento di manipolazione climatica nelle foreste tropicali di Panama
Dopo gli oceani, le foreste tropicali sono il più importante pozzo di carbonio del Pianeta. Da soli, questi ecosistemi immagazzinano circa 1/3 delle riserve globali di carbonio stoccato nel suolo. Sia il riscaldamento globale sia l’aumento di frequenza e intensità delle siccità possono alterare il loro ciclo del carbonio e portare a un impoverimento del suolo, rivela uno studio apparso su Nature.
Un team di ricercatori guidati dal Lawrence Livermore National Laboratory californiano ha calcolato le modificazioni subite dai flussi di carbono tra terreno e atmosfera in condizioni climatiche alterate, realizzando un esperimento di manipolazione climatica a Panama. Oltre a valutare i flussi totali, lo studio si è concentrato sull’età del carbonio che viene rilasciato, se recente o depositato da lunga data.
Non è un aspetto secondario. La perdita, relativamente maggiore, di carbonio “vecchio”, ad esempio, accresce l’impoverimento dei suoli, con conseguenze sulla stabilità degli ecosistemi. È esattamente ciò che ha riscontrato lo studio simulando un aumento della temperatura di 4°C e una riduzione del 50% delle precipitazioni. L’età media del carbonio stoccato aumenta di 2-3 anni.
Un dato rilevante visto che le foreste tropicali sono gli ecosistemi terrestri dove il carbonio resta mediamente meno tempo (6-15 anni). Qualsiasi cambiamento negli input o output di carbonio (inclusa la CO2 emessa dal suolo), quindi, potrebbe avere conseguenze ampie e relativamente rapide per il bilancio del carbonio degli ecosistemi tropicali e i feedback carbonio-clima.
Temperatura e precipitazioni non agiscono allo stesso modo. L’aumento della prima accelera la perdita di carbonio dal suolo, la riduzione delle piogge no. Ma entrambi favoriscono un maggiore rilascio del carbonio più “vecchio”.
“Sia il riscaldamento che la siccità, accelerando la perdita del carbonio più vecchio nel suolo o riducendo l’incorporazione di nuovi apporti di carbonio, aggraveranno le perdite di carbonio nel suolo e avranno un impatto negativo sullo stoccaggio del carbonio nelle foreste tropicali a causa del cambiamento climatico”, sottolinea lo studio.
“I nostri risultati suggeriscono che il cambiamento climatico aumenterà la vulnerabilità del carbonio del suolo precedentemente immagazzinato nelle foreste tropicali stimolando la decomposizione e la perdita di carbonio vecchio”, aggiungono gli autori.