Il BPIE mette nero su bianco le dieci priorità politiche che la nuova Commissione europea dovrebbe assicurare per garantire che gli edifici resilienti a zero emissioni siano la chiave per la sicurezza energetica, il guadagno economico ed il benessere sociale
Tra le raccomandazioni l’aumentare i finanziamenti, migliorare la cooperazione, sfruttare l’IA per la raccolta dei dati, ottimizzare l’assetto istituzionale
Senza dubbio gli edifici sono alla base dello sviluppo della nostra società e delle attività economiche. Case, ospedali, fabbriche, uffici, non sono solo elementi fisici, ma sono tasselli fondamentali del tessuto sociale ed economico. Garantiscono un patrimonio finanziario, contribuiscono alla produttività economica, sono la chiave per il benessere collettivo e contribuiscono in maniera determinante ad una maggiore o minore sicurezza energetica ed ai livelli emissivi. Per questo motivo l’obiettivo di convertire il patrimonio immobiliare europeo in edifici resilienti a zero emissioni diventa una priorità politica. E’ partendo da queste riflessione che il BPIE (Buildings Performance Institute Europe) ha sviluppato una lista di 10 raccomandazioni politiche destinate alla nuova Commissione Europea, al fine di garantire che gli edifici contribuiscano alla stabilità, alla resilienza, al benessere e all’equità delle nostre società e ad un’economia fiorente.
Sfide multiformi, risposte a 360°
Un comparto composto da edifici resilienti a zero emissioni garantisce certamente una riduzione delle emissioni, una riduzione dei consumi energetici ed un miglioramento del benessere individuale. Tuttavia, come sottolineato dal report BPIE “Building prosperity: 10 policy priorities to achieve growth and social value through resilient, healthy and affordable zero-emission buildings”, fornire risposte a queste sfide significa garantire che i nostri edifici:
- siano accessibili e sostenibili per tutti, soddisfacendo le mutevoli esigenze della società,
- siano costruiti e ristrutturati da aziende competitive, innovative, conformi alle normative sul lavoro e ai principi dei diritti umani e in grado di fornire elevati standard qualitativi,
- rispettino e preservino l’ambiente naturale del pianeta,
- siano altamente performanti dal punto di vista energetico, completamente decarbonizzati, sani e resilienti, in grado di offrire protezione contro molteplici crisi, quali cambiamenti climatici, shock finanziari, interruzione dei flussi commerciali globali di energia e risorse, trasformazione digitale e pandemie.
Insomma aspettative estremamente lungimiranti.
Come fare dunque a non mancare l’obiettivo della decarbonizzazione al 2050? Secondo il BPIE attraverso dieci priorità politiche che il nuovo ciclo istituzionale europeo dovrebbe inserire in agenda.
Dieci strategie d’azione 2024-2029
Il decalogo individuato dal BPIE punta a garantire che gli edifici resilienti a zero emissioni diventino non solo l’obiettivo finale, ma il tramite per la decarbonizzazione e la crescita europea.
Le dieci priorità sono:
- Implementazione di successo dell’EPBD, la Direttiva “Case Green”: politica di progettazione con impatto e obiettivi. Per farlo BPIE suggerisce di migliorare il supporto fornito agli Stati Membri, creando un sistema di condivisione di best practice che faciliti il lavoro ed il raggiungimento del traguardo net zero.
- Rafforzare la competitività industriale e l’innovazione dell’Europa con l’edilizia sostenibile. Dal Nuovo Bauhaus europeo agli High-Level Forum on Construction, promuovere la cooperazione a livello industriale è già un obiettivo fattibile.
- Ottimizzare l’assetto istituzionale per migliorare ulteriormente il coordinamento e cogliere meglio le nuove sfide e opportunità. I settori edilizio e immobiliare sono fortemente frammentati e caratterizzati da una catena di valore complessa e lunga. Al pari dei Dipartimenti della Commissione europea già esistenti in ambito energetico (DG ENER), ambientale (DG ENVI), climatico (DG CLIMA) e molti altri, si dovrebbe istituire anche una direzione generale per l’ambiente edile e le costruzioni (DG BUILD).
- Accelerare i flussi finanziari verso edifici resilienti a prova di futuro. Nel report, BPIE sottolinea come la Commissione dovrebbe stanziare una maggiore quantità di fondi pubblici per il rinnovamento degli edifici nel prossimo quadro finanziario pluriennale (dopo il 2027). Inoltre, nel corso della revisione intermedia dell’attuale QFP 2021-27 possono essere apportati adeguamenti per aumentare il sostegno ai progetti di ristrutturazione.
- Migliorare la disponibilità, la trasparenza e la qualità dei dati attraverso la digitalizzazione. In questo caso la Commissione dovrebbe fornire finanziamenti, ad esempio attraverso il programma Horizon Europe, per sviluppare ulteriormente la raccolta e l’analisi dei dati sugli edifici basati sull’IA, preservandone al contempo la qualità.
- Migliorare la sicurezza e la resilienza energetica combinando efficienza energetica e fonti rinnovabili in un sistema energetico intelligente. Nella Heating & Cooling Strategy, la Commissione dovrebbe accelerare ulteriormente il potenziale dell’ambiente costruito come fornitore di flessibilità al sistema energetico, sia riducendo il fabbisogno energetico complessivo, sia offrendo servizi di gestione energetica intelligenti e flessibili.
- Un settore edilizio e delle costruzioni pulito, circolare e sostenibile a prova di futuro. Al di là delle misure normative dirette rivolte al settore edilizio, le autorità pubbliche possono dare importanti segnali di mercato attraverso gli appalti pubblici per prodotti e servizi che portano alla costruzione e alla ristrutturazione in edifici puliti, circolari e sostenibili.
- Progettare politiche con e per le persone per rafforzare il tessuto sociale europeo. L’UE dovrebbe sviluppare uno strumento di monitoraggio a livello comunitario per analizzare gli impatti sociali delle politiche relative all’ambiente costruito. Un osservatorio per una transizione giusta potrebbe svolgere un ruolo importante di monitoraggio e benchmarking, garantendo che i cambiamenti sociali siano ben sostenuti ed equi.
- Affrontare la realtà: adattare l’ambiente costruito affinché sia resiliente al clima.
Trasformare l’esperienza dell’UE in una “diplomazia degli edifici verdi” per una maggiore sicurezza energetica.