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Combattere il caldo con pareti a zig zag a raffrescamento radiativo

Un gruppo di ricercatori della Columbia University è riuscita a ridurre la temperatura media giornaliere degli edifici da 2 ai 3°C utilizzando pareti esterni superfici “corrugate” e rivestite con differenti materiali a Raffrescamento radiativo

raffrescamento radiativo
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Ormai siamo consapevoli che circa il 40% dell’energia globale è consumata dai nostri edifici e l’aumento delle temperature non farà che accrescere il problema richiedendo sempre maggiore energia per la climatizzazione. La soluzione al problema potrebbe arrivare dalla Columbia University dove un team di ricercatori ha sviluppato una nuova tipologia di pareti a “zig zag” che sfrutta le proprietà del raffrescamento radiativo per ridurre il calore interno degli edifici.

Dai due ai 3 gradi in meno grazie al raffrescamento radiativo asimmetrico

Illustrazione delle pareti Credits: Nexus 2024– DOI: https://doi.org/10.1016/j.ynexs.2024.100028 – Creative Commons Attribution (CC BY 4.0)

L’utilizzo del raffrescamento radiativo non rappresenta una novità, tuttavia solitamente questa soluzione si applica alle coperture o a superfici piane. 

La ricerca pubblicata sulla rivista Nexus dimostra invece che il design a zig zag asimmetrico messo in pratica dal team, ha il potenziale per ridurre le temperatura media giornaliera di 2,3°C rispetto alle pareti più convenzionali rivestite con materiali radiative cooling ovvero a raffreddamento radiativo. Durante le ore più calde della giornata il calo termico registrato ha raggiunto anche una riduzione di 3,1°C.

Come funzionano le pareti corrugate a zigzag

I risultati dimostrati dalla Columbia University, al netto di energia elettrica extra, devono il loro successo alla conformazione delle pareti esterne. Il design a zigzag permette di rivolgere metà della superficie esterna degli edifici verso il cielo o meglio verso lo spazio, aumentando così le possibilità offerte dal raffrescamento radiativo che deve fare i conti non solo con il calore proveniente dal Sole ma anche da quello emesso dal terreno.

Come sottolineato dal ricercatore Yuan Yang della Columbia University, corrugando le superfici verticali rivestendole con materiali diversi a seconda della disposizione, si ottimizzano le prestazioni. Nel design a zigzag le superfici rivolte verso il terreno utilizzano un rivestimento più riflettente, mentre  quelle rivolte verso lo spazio materiali più emissivi. 

L’obiettivo dei ricercatori sarà ora quello di rendere la soluzione “commercializzabile” partendo dal presupposto che il design corrugato a zig zag delle pareti esterne, già esiste. Tuttavia sarà necessario superare alcuni ostacoli alla diffusione delle soluzioni radiactive cooling, a raffrescamento radiativo , come la scalabilità della soluzione passando dai modelli ridotti del laboratorio alla scala reale. Inoltre un altro problema da non sottovalutare sarà il costo di tale soluzione, per il momento ancora inaccessibile rispetto alle soluzioni passive più convenzionali. Infine, non potrà essere ignorata l’effettiva durata nel tempo del materiali che dovrà mantenere le sue caratteristiche inalterate nel tempo.

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