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Emissioni settore retail, possibile tagliare quelle Scope 3 del 15% a costo zero

Un rapporto di McKinsey analizza la complessità delle emissioni generate lungo la catena del valore dal settore retail e individua una serie di soluzioni cost-effective per abbatterle. Con le tecnologie attuali e a costo zero o quasi, è possibile ridurle del 15% entro il 2030

Emissioni settore retail: come ridurle del 15% a costo zero
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Le emissioni Scope 3 del settore retail sono il 98% del totale

Abbattere le emissioni Scope 3 per molte aziende significa “perdersi in un labirinto particolarmente bizantino”. La complessità della catena del valore rende particolarmente difficile monitorare i gas serra generati a monte e a valle, soprattutto per alcuni settori. Come quello dei rivenditori. Eppure, è possibile tagliare le emissioni del settore retail del 15% entro il 2030 usando solo tecnologie già esistenti. E ulteriori innovazioni tecnologiche e nelle pratiche di sostenibilità possono abbattere i gas serra Scope 3 di un altro 40-50%.

È la conclusione a cui arriva un rapporto di McKinsey che analizza come i rivenditori e gli altri stakeholder della catena del valore potrebbero impiegare strategicamente risorse economiche, risorse naturali o fisiche, risorse umane, tecnologie a basse emissioni di carbonio e trasparenza dei dati per realizzare riduzioni delle emissioni. Soluzioni che vengono classificate sia in base al loro potenziale di riduzione delle emissioni del settore retail (dove quelle Scope 3 rappresentano circa il 98% del totale), sia tenendo conto dei costi necessari per implementarle.

La via maestra per la decarbonizzazione del settore retail è, di gran lunga, il potenziamento della transizione verso l’uso di energia rinnovabile. Da sola, questa soluzione ha il potenziale per abbattere il 16,7% delle emissioni Scope 3. A poca distanza si piazza la riduzione delle emissioni che originano dalla gestione degli allevamenti (-16,2%).

Più distanziato c’è poi un blocco composto da tre diverse soluzioni. Adottare pratiche rigenerative nelle attività agricole che forniscono le materie prime, aumentare circolarità e tasso di riciclo, ridurre gli scarti e aumentare l’efficienza dei processi industriali permettono di tagliare dal 6 al 9% delle emissioni del settore retail.

Infine, altre due soluzioni consentirebbero tagli ulteriori, anche se molto più limitati. Si tratta della riduzione delle emissioni generate dai trasporti e il passaggio da proteine animali ad alternative plant-based. Il loro potenziale batte tra 1,3-1,7 punti percentuali.

Come tagliare le emissioni del settore retail lungo la catena del valore?

Come, concretamente, si possono realizzare questi tagli? Il rapporto suggerisce una serie di approcci suddivisi in base al livello di complessità e di costo per i retailer. Tra i più efficaci e meno costosi figurano:

  • creazione di partnership che facilitino l’adozione di energia rinnovabile;
  • fornitura di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici;
  • supporto ai fornitori nell’implementazione dei loro obiettivi net-zero;
  • utilizzo di marketing e strumenti incentrati sul consumatore per promuovere abitudini di consumo energetico sostenibile e ridurre gli sprechi;
  • fornitura di formazione, istruzione e iniziative di risorse in pratiche di agricoltura rigenerativa e riduzione delle emissioni per gli agricoltori;
  • condivisione e collaborazione con aziende omologhe e altri stakeholder della catena del valore sulle migliori pratiche per ridurre gli sprechi e massimizzare l’efficienza dei processi;
  • definizione di standard per i fornitori in base a politiche di deforestazione;
  • ampliamento delle tecnologie di decarbonizzazione con il supporto del settore pubblico e privato;
  • mobilitazione delle catene del valore per ridurre gli sprechi tramite collaborazioni a livello di sistema.
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