Rinnovabili • Strategia idrogeno: la Germania definisce i target per l’import

Strategia idrogeno, la Germania ne importerà fino al 70%

Berlino pubblica la sua strategia sull’importazione di idrogeno. Tra il 50 e il 70% della domanda sarà soddisfatto in questo modo. Confermata l’opzione idrogeno blu

Strategia idrogeno: la Germania definisce i target per l’import
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Tutti i dettagli della strategia sull’importazione di idrogeno tedesca

Dal 50 al 70% della domanda totale di idrogeno della Germania sarà soddisfatta attraverso l’import. Dei 95-130 TWh (terawattora) complessivi al 2030, la quota del vettore energetico proveniente dall’estero si attesterà a 45-90 TWh. Al 2045, l’anno in cui Berlino punta a diventare clima-neutrale, la domanda totale dovrebbe crescere fino a 360-500 TWh, oltre a circa 200 TWh per i derivati come metanolo e ammoniaca. Lo ha stabilito il governo tedesco, completando la sua strategia sull’idrogeno – approvata ufficialmente nel 2023 – con il capitolo sulle importazioni. Nell’analoga strategia UE sull’idrogeno, l’import pesava per il 50%.

Strategia sull’idrogeno, la Germania apre la porta all’idrogeno fossile

Non sarà soltanto idrogeno rinnovabile. La strategia sull’idrogeno conferma l’intenzione di fare ricorso anche al cosiddetto “idrogeno blu”, ovvero quello ottenuto a partire da fonti fossili con recupero di CO2. Berlino motiva la scelta con la necessità di far ingranare il mercato nazionale dell’idrogeno e dare un orizzonte solido agli investitori, le cui risorse sono fondamentali per creare la nascente rete infrastrutturale per il trasporto di H2 e per l’adeguamento dei terminal costieri.

“Gran parte della domanda di idrogeno della Germania dovrà essere coperta dalle importazioni dall’estero nel medio e lungo termine”, sottolinea il ministro alla Transizione Ecologica, Robert Habeck. La strategia, continua il leader dei Verdi tedeschi, “invia un segnale chiaro ai nostri partner all’estero: la Germania si aspetta una domanda interna ampia e stabile di idrogeno e derivati ​​ed è un partner affidabile e un mercato di riferimento per i prodotti a base di idrogeno. La strategia di importazione crea quindi sicurezza degli investimenti per la produzione di idrogeno nei paesi partner, lo sviluppo delle necessarie infrastrutture di importazione e per l’industria tedesca come acquirente”.

La nuova geografia dell’idrogeno tedesco

Due i canali principali per l’importazione definiti dalla strategia: via pipeline e via nave. Il trasporto via gasdotto è riservato per l’import da altri paesi europei e sarà effettuato principalmente convertendo l’infrastruttura esistente per renderla H2-ready. Primi passi in questa direzione sono già stati compiuti con Danimarca, Norvegia e Gran Bretagna, mentre si discutono dei corridoi per l’idrogeno che colleghino Germani con il mare del Nord, il mar Baltico e l’Europa meridionale (come, ad esempio, il South H2 Corridor che dovrebbe portare una miscela di gas e idrogeno dall’Algeria alla Germania attraverso l’Italia).

L’import via nave è invece riservato ad ammoniaca, metanolo, carburanti elettrici e Vettori di Idrogeno Organico Liquido (LOHC). Ma la stessa strategia sottolinea che il loro impiego come vettori energetici, cioè importarli per convertirli in idrogeno, non è una soluzione efficiente dal punto di vista energetico ed economico. Oltre a disperdere una gran quantità dell’energia trasportata durante il processo di conversione, al momento mancano anche le infrastrutture in grado di convertirli.

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