Dopo la rielezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea, l’agricoltura italiana si interroga sul futuro del settore. Tutte le principali associazioni dimostrano apertura a una collaborazione che non sia frenata dalle contrapposizioni, ma restano alcuni punti su cui sollecitano un confronto
I punti salienti del programma di von der Leyen per l’agricoltura
L’agricoltura italiana come ha accolto la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea, con cui non sono mancati momenti di tensione?
Il mandato che ha ricevuto è chiaro. Su 707 votanti, ha avuto 401 voti a favore (la maggioranza richiesta era di 360 voti), 284 contrari, 15 astenuti e 7 schede nulle.
Dove andrà l’agricoltura europea?
Al netto degli auguri che sono arrivati da ogni parte, il mondo dell’agricoltura conserva le perplessità che nel corso degli ultimi mesi hanno portato a un susseguirsi di manifestazioni e va in cerca di certezze a cominciare dal presente.
Von der Leyen nel suo discorso programmatico ha posto l’accento sul proseguimento delle politiche green per rallentare il cambiamento climatico, ed è ovvio che abbia menzionato l’agricoltura.
«La qualità della vita in Europa dipende dalla disponibilità di un approvvigionamento sicuro e accessibile di alimenti locali di qualità.
L’agricoltura è una parte fondamentale del nostro stile di vita europeo e deve sempre rimanere tale.
Dobbiamo consentire agli agricoltori di lavorare la loro terra senza eccessiva burocrazia, sostenere le aziende agricole a conduzione familiare e premiare gli agricoltori che lavorano nel rispetto della natura.
Mi assicurerò che gli agricoltori europei siano remunerati con un reddito equo la Commissione lavorerà a una nuova strategia per il settore dell’agroalimentare europeo».
Costruire la transizione verde insieme agli agricoltori
Confagricoltura auspica che l’agricoltura torni a essere una colonna portante dell’Unione Europea, e che von der Leyen costruisca la transizione verde insieme agli agricoltori.
Infatti, ritiene «urgente sostenere la produttività degli agricoltori, puntando quindi sulla sostenibilità economica e sociale, oltre che su quella ambientale.
Fondamentale la tutela del reddito degli agricoltori e del rafforzamento della catena del valore lungo la filiera agroalimentare».
Particolarmente apprezzato il rimando di von der Leyen alla «necessità di diminuire la burocrazia e aumentare gli incentivi all’impresa, oltre che il passaggio su una dotazione maggiore al bilancio dell’UE».
A questo proposito, Confagricoltura l’aumento del bilancio destinato all’agricoltura (attualmente è lo 0,33% del Pil degli Stati membri).
No alle pratiche sleali in agricoltura, sì alle tecnologie digitali
Coldiretti – che negli ultimi mesi ha denunciato più volte abusi delle multinazionali a danno dei produttori – ha particolarmente apprezzato il riferimento a «lavorare insieme per garantire un giusto reddito agli agricoltori e proteggerli ulteriormente dalle pratiche commerciali sleali, senza che siano costretti a vendere sistematicamente i loro prodotti al di sotto dei costi di produzione».
Sia per Confagricoltura che per Coldiretti è di essenziale importanza la reciprocità negli scambi con i Paesi terzi, affinché i prodotti importati nel mercato europeo rispettino gli stessi parametri di sicurezza e qualità.
Inoltre, ha suscitato interesse il fatto che von der Leyen abbia sottolineato la necessità di «investire su tecnologie digitali e strategiche, ma anche sulle competenze delle persone».
Del resto, la transizione digitale non solo è un fattore di competitività per le imprese agricole, ma è anche una preziosa cassetta degli attrezzi con cui affrontare le tante sfide attuali e raggiungere la carbon neutrality.
Ursula von der Leyen riporti l’agricoltura al centro dell’Europa
Il presidente di Terra Viva Cisl, Claudio Risso, dimostra apertura nei confronti di von der Leyen e anche fermezza di posizioni: «Siamo convinti che associazioni e istituzioni nazionali ed europee possano lavorare insieme per superare definitivamente una visione miope che rischia di contrapporre le sfide della transizione ecologica con il mondo agricolo.
Auspichiamo che gli agricoltori tornino ad essere punti di riferimento per uno sviluppo più giusto ed equo. Il futuro della PAC, come anche gli obiettivi dell’Agenda 2030, sono sfide importanti che prevedono un impegno costante e realmente vincolato alle esigenze dei territori.
Nel discorso di Ursula von der Leyen ci sono tutte le premesse per riportare finalmente l’agricoltura al centro dell’Europa. Ora bisogna passare dalle parole ai fatti, ma intanto apprezziamo lo spazio dedicato al settore e gli impegni annunciati a favore dei produttori nelle sue dichiarazioni programmatiche», ha dichiarato Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, confermando la disponibilità a collaborare per il rilancio dell’agricoltura.
Agricoltori, primi custodi del territorio, protagonisti di una nuova Europa
Inoltre, Fini rileva le analogie del discorso programmatico di von der Leyen con alcune istanze di Cia-Agricoltori Italiani: «Un reddito equo e giusto per i produttori rafforzandone il ruolo all’interno della catena del valore agroalimentare, un piano mirato per affrontare la crisi climatica e gestire la risorsa idrica, ma anche semplificazione burocratica, più innovazione e maggiore accesso al capitale».
Cia-Agricoltori Italiani ha chiesto più attenzione per gli agricoltori, che producono cibo sano e sicuro per tutti e sono i primi custodi del territorio.
«È il tempo di una nuova Europa con gli agricoltori protagonisti, senza le misure penalizzanti degli ultimi anni, ma con risposte efficaci e durature di fronte alle sfide dei mercati, del clima e della transizione».