La conversione in legge del DL n.69/2024 si libera del “Salva Milano” e demanda il problema meneghino al prossimo DL infrastrutture. Ma l’inchiesta milanese sta bloccando capitali e cantieri e Palazzo Marino promette di intervenire sul Pgt
Intervenire sulle indagini della procura per presunti abusi potrebbe però trasformarsi in un colpo di spugna di decenni di cultura urbanistica
E’ diventato un vero caso mediatico lo stop al Salva Milano arrivato con l’approvazione da parte della Camera del DL n.69/2024, meglio conosciuto come Salva Casa. Se nelle premesse, e nelle promesse, si puntava a “condonare” circa 150 progetti di ristrutturazione edilizia sotto accusa da parte della procura per presunto abuso, ora la norma resta sospesa, in attesa di trovare un altro decreto nel quale inserire la soluzione.
L’edilizia milanese si è bloccata
Architetti, urbanisti e costruttori chiedono chiarezza e velocità d’azione perchè l’impasse innescatasi con lo stop al Salva Milano sta mettendo a rischio anche i progetti futuri. Il problema è sorto nel 2023 a seguito di “un’interpretazione sbagliata della norma” da parte dei funzionari comunali milanesi. I permessi concessi dal Comune per le ristrutturazioni edilizie in demo-ricostruzione delle numerose torri di oltre 7 piani, sono stati rilasciati a seguito della presentazione di una semplice SCIA e non di un permesso di costruire. Per la procura però si tratta di abuso, in quanto progetti di questa entità non possono essere considerati semplici ristrutturazioni edilizie, ma avrebbero bisogno di un piano attuativo.
Un problema partito dalle Hidden Garden di Piazza Aspromonte, ma che ben presto si è esteso anche ad interventi come Bosconavigli di Boeri, alla Park Towers di Bluestone di Parco Lambro ed alla riqualificazione di Piazzale Loreto. Non solo.
Architetti e urbanisti ora denunciano uno stallo anche nelle procedure, in quanto i tecnici comunali per paura di finire nel girone degli indagati, si rifiutano di firmare nuove pratiche.
Insomma un problema che è già macroscopico.
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La lettera appello per non bloccare le indagini sugli abusi
Ma se da un lato c’è Palazzo Marino e il Sindaco Sala che si dichiara pronto ad intervenire sul Pgt per risolvere il problema dello stop al Salva Milano, dall’altro c’è una “lettera aperta” inviata da un gruppo di urbanisti, architetti e giuristi che chiedono di non interrompere le indagini della procura per non trasformare la norma in un “colpo di spugna che cancelli le inchieste”. I firmatari sottolineano la necessità di non svincolate dall’obbligo di fornire un minimo di dotazioni di verde e servizi nel caso di grandi interventi edilizi. Un obbligo ai quali si sono però sottratti gli interventi indagati, avendo sfruttato uno strumento edilizio (Scia) che non prevede piani attuativi e modifiche di carico urbanistico.
Si guarda ora al DL infrastrutture per il quale però si è chiusa la possibilità di presentare emendamenti e che non sarà convertito in legge prima della fine dell’estate.
Serve un piano di governo del territorio
Sulla questione sono intervenuti anche i tre Consigli nazionali di Architetti, Ingegneri e Geometri. La conversione in legge del DL Salva Casa e lo stop al Salva Milano dovrebbero essere il punto di partenza per una nuova legge urbanistica sul governo del territorio. Le tre istituzioni Nazionali prendono atto che, con il “Salva Casa”, il Legislatore ancora una volta “è costretto a complessi (quanto parziali) esercizi interpretativi per coniugare norme ormai ottuagenarie e Normative Nazionali / Regionali che si sono affastellate nei decenni, rendendo sempre più incerta la materia del Governo del Territorio, materia che dovrebbe invece avere capacità di visione e indirizzo delle trasformazioni urbane ed edilizie”.
Proprio in questi giorni, l’INU (IStituto Nazionale Urbanistica) ha presentato al Parlamento una proposta per una nuova Legge Urbanistica che si propone di superare i vuoti normativi e permetta di aggiornare l’ormai datata legislazione in materia.