Rinnovabili • plastica non riciclabile

La plastica non riciclabile prodotta dalle multinazionali sarà molta più del previsto

I piani per ridurre la plastica non riciclabile ci sono, ma la realtà è diversa. Da Nestlé a Ferrero le grandi aziende rivedono gli impegni

plastica non riciclabile
Foto di Arshad Pooloo su Unsplash

Un’inchiesta di Bloomberg rivela come cambiano le dichiarazioni aziendali sulla plastica non riciclabile

Poche parole, che valgono però quasi 300 mila tonnellate di plastica non riciclabile in più del previsto in un solo anno. Sono quelle che Nestlé ha cambiato per definire i suoi obiettivi relativamente agli imballaggi. Lo ha scoperto Bloomberg, con un’inchiesta pubblicata ieri. Secondo la testata internazionale, Nestlé avrebbe cambiato il termine da “riciclabili” o “riutilizzabili” in “progettati per il riciclo”. Questa modifica apparentemente innocua comporta, secondo Bloomberg, che circa 280 mila tonnellate di plastica non riciclabile in più all’anno potrebbero essere prodotte. In peso potrebbero essere paragonate a 30 torri Eiffel o 1.400 Statue della Libertà.

L’impegno a lungo termine verso il 100% di imballaggi riutilizzabili o riciclabili, è ormai in molte strategie aziendali. Tuttavia, quando si va nel merito, le cose spesso cambiano e rivelano una realtà differente. Le barriere infrastrutturali sono spesso citate come problema che rende irrealistico questo obiettivo nel breve termine. Eppure, è proprio su obiettivi sempre più sfidanti che si regge la speranza che il riciclo possa rappresentare una soluzione alla continua produzione di rifiuti di plastica. Se questa consapevolezza crolla, significa che l’unico modo per evitare l’inquinamento è ridurre la produzione. Qualcosa che le imprese non vogliono accettare.

Oltre Nestlé, anche Ferrero, Mondelez e Unilever abbassano l’ambizione

Nestlé non è l’unica azienda ad essere stata colta con le mani nel sacco da Bloomberg. Anche Unilever ha abbassato i suoi obiettivi di riduzione della plastica lo scorso aprile, così come Mondelez International. e Ferrero Group. Questi ultimi hanno modificato i loro report utilizzando la stessa formula di Nestlé riguardo agli imballaggi: ora sono “progettati per” il riciclo.

Le bottiglie in polietilene tereftalato (PET) sono economiche da riciclare e possono essere utilizzate per nuovi prodotti, ma solo il 30% viene effettivamente riciclato. Nel 2022, segnala Bloomberg, oltre il 17% degli imballaggi in plastica di Nestlé era costituito da bustine e sacchetti multistrato, non riciclati su larga scala.

A livello globale, ogni anno vengono prodotte circa 400 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 10% viene riciclato. Secondo le Nazioni Unite, questa cifra potrebbe raggiungere 1,1 miliardi di tonnellate entro il 2050, con gravi danni per la salute degli animali e degli esseri umani.

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