Per metterci su una traiettoria allineata con emissioni nette zero, la domanda globale di petrolio deve scendere del 70% entro metà secolo. Il picco arriverà presto e anche con le politiche attuali, trainato soprattutto dalla trasformazione del settore trasporti. Ma la differenza tra uno scenario business as usual e uno scenario più ambizioso è significativa
L’Energy Outlook della BP prevede il picco del petrolio per la Cina solo dopo il 2030
Il picco del petrolio arriverà già nel 2025, a 102 milioni di barili al giorno (bpd). Sia in uno scenario basato sulle politiche di oggi, sia in uno che prevede ulteriori provvedimenti per tagliare le emissioni. Nel primo caso, a metà secolo scenderemo però appena sotto li 80 mln bpd. Nel secondo, che rispecchia la traiettoria per emissioni nette zero, la domanda mondiale di greggio scenderà sotto i 30 mln bpd, un calo di oltre il 70% rispetto a oggi. Ma il petrolio continuerà comunque a giocare un ruolo centrale nel panorama energetico globale almeno fino al 2035. Lo afferma il rapporto annuale Energy Outlook di British Petroleum (BP).
I fattori dietro il picco del petrolio
Cosa piegherà verso il basso la curva del petrolio? Il principale fattore di riduzione dei consumi, sostiene la major petrolifera, sarà il calo dell’uso di greggio nei trasporti su strada. Che a sua volta è trainato da miglioramenti dell’efficienza del parco veicoli, dalla progressiva penetrazione di carburanti alternativi, e dall’elettrificazione di veicoli privati e mezzi pesanti.
Uno dei fattori discriminanti, nel determinare la traiettoria, sarebbe la messa al bando globale della plastica monouso e l’aumento dei tassi di riciclo. Il picco del petrolio, infatti, si accompagnerà a un aumento dell’uso di greggio nel settore petrolchimico. La trasformazione dei trasporti, da sola, non basterà quindi per ottenere riduzioni corpose.
Quello che la BP prevede come data del picco del petrolio globale, però, è un valore medio che nasconde profonde differenze tra paesi. Le economie avanzate proseguiranno il trend di rapido declino, passando dagli attuali 45 mnl bpd a 20/7 mln bpd nel 2050 a seconda dello scenario. Al contrario, la Cina continuerà ad aumentare i consumi di greggio fino ai primi anni ’30. Anche per Pechino, il punto di svolta arriverà soprattutto grazie all’espansione delle auto elettriche. Per le altre principali economie emergenti, invece, la curva salirà fino a metà del prossimo decennio e poi diventerà piatta, senza scendere sostanzialmente.
Il gas si espanderà ancora
Al contrario, la curva del gas è prevista in piena espansione. Almeno con le politiche attuali: nel 2050 i volumi globali saranno il 20% sopra quelli del 2022. Soprattutto per la domanda generata nelle economie emergenti, da cui dipende il 50% di questa crescita. Mentre per la Cina la traiettoria è prevista in salita ma solo fino al 2040, quando raggiungerà un plateau. Comunque su volumi circa il 30% più alti di quelli di oggi.
Al contrario, uno scenario allineato con emissioni nette zero richiede di raggiungere il picco globale del gas entro la metà di questo decennio per poi declinare in modo deciso. Al 2050, i volumi globali di gas dovrebbero essere del 50% inferiori a quelli di oggi. E l’80% dei consumi dovrebbero prevedere tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2.
Sempre in espansione, in ogni scenario, è invece la curva del gas naturale liquefatto (GNL). L’impennata di questi anni proseguirà almeno per tutto il decennio. Con un andamento simile: con le politiche attuali crescerà del 40% sui livelli del 2022, con politiche adeguate per net zero salirà del 30%.
Leggi qui l’Energy Outlook 2024 di BP