Rinnovabili • Decarbonizzare Industria Cemento: a Monselice si testa la CCS innovativa

In Italia, test della CCS di 2° generazione per decarbonizzare l’industria del cemento

Il sito pilota è l’impianto di Buzzi a Monselice. L’integrazione della soluzione CCS sviluppata dalla britannica Nuada catturerà 1 tonnellata di CO2 al giorno. La tecnologia usa solo adsorbenti solidi, sfrutta la pressione invece del calore riducendo i consumi energetici dell’80%, ha un design modulare e flessibile

Decarbonizzare Industria Cemento: a Monselice si testa la CCS innovativa
crediti: Nuada

Il progetto per decarbonizzare l’industria del cemento è sostenuto dalla GCCA

Sbarca in Italia una delle tecnologie più avanzate di cattura della CO2 per impianti industriali. E contribuisce a decarbonizzare l’industria del cemento evitando 1 tonnellata di emissioni di CO2 al giorno. L’impianto pilota, già operativo, si trova presso il sito di Buzzi a Monselice, in provincia di Padova, ed è il frutto della partnership tra l’azienda italiana e la britannica Nuada.

“Stiamo implementando la tecnologia di cattura del carbonio più efficiente dal punto di vista energetico sviluppata fino ad oggi, una soluzione che ridefinisce il panorama della decarbonizzazione per settori difficili da abbattere come il cemento”, rimarca Conor Hamill, co-CEO di Nuada.

CCS all’avanguardia per decarbonizzare l’industria del cemento

Quali sono le innovazioni della tecnologia CCS sviluppata da Nuada e calibrata per decarbonizzare l’industria del cemento? La sua soluzione per la cattura della CO2 combina adsorbenti solidi avanzati, i reticoli metallorganici (Metal-Organic Frameworks), con un processo di adsorbimento a pressione oscillante sotto vuoto (VPSA). In questo modo, il sistema – alimentato esclusivamente da elettricità e non legato all’uso di solventi tossici – separa la CO2 dai gas di scarico industriali utilizzando la pressione anziché il calore.

Un approccio che promette di facilitare l’adozione della CCS nel settore aggirando le criticità legate a consumi energetici, costi e integrazione nei processi produttivi che caratterizzano le soluzioni tradizionali. Secondo Nuada, riuscirebbe a ridurre il consumo energetico del processo dell’80%. Che spalmati sulla durata operativa media di un impianto potrebbe tradursi in risparmi nell’ordine di 1 miliardo di dollari. Inoltre, la tecnologia è modulare e può essere installata in modo incrementale.  

“Questo impianto dimostra la robustezza, la scalabilità e i vantaggi rivoluzionari del nostro innovativo sistema di cattura. Insieme a Buzzi, stiamo dimostrando il futuro della cattura del carbonio nel cemento”, commenta Jose Casaban, Co-CEO di Nuada.

Il progetto è sostenuto dalla Global Concrete and Cement Association (GCCA) ed è stato avviato attraverso il programma Innovandi Open Challenge di GCCA, un’iniziativa che promuove la collaborazione tra i principali produttori di cemento e fornitori di tecnologie innovative per decarbonizzare la produzione di cemento. Settore che genera circa il 7% delle emissioni globali.

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