Le aziende europee sono oggi leader nella produzione di inverter fotovoltaici, ma per molte di loro la quota di mercato si sta riducendo. Ecco perché è necessario lanciare un IPCEI Inverter Solari
Presentato il rapporto Inverters 2.0: Rafforzare l’industria degli inverter in Europa
L’Unione Europea rappresenta a tutti gli effetti una potenza leader nel campo degli inverter fotovoltaici, sia in termini di avanzamento tecnologico che di capacità manifatturiera. Ma la forte competizione di USA e Cina, sostenuta da generosi aiuti interni, potrebbe far perdere terreno alle imprese europee. Con effetti disastrosi anche sulla buona riuscita della transizione energetica comunitaria. Ecco perché oggi più che mai appare necessario lanciare un IPCEI anche per gli inverter solari, ossia un “progetto di comune interesse” che metta insieme aiuti pubblici e progettualità industriale. Questa la richiesta della stessa industria fv europea riunita stamane all’Intersolar 2024 di Monaco per lanciare rapporto “Inverters 2.0: Rafforzare l’industria degli inverter in Europa” (pdf).
La presentazione del documento è stata infatti l’occasione per incontrare Kerstin Jorna, direttrice generale della Commissione europea per il mercato interno. Sarà proprio Jorna, infatti, a presiedere prossimi incontri del Forum europeo congiunto per l’IPCEI, in cui sono valutate le tecnologie idonee alla procedura del Progetto di interesse comune.
I prossimi incontri del gruppo si terranno nel quarto trimestre del 2024 e, in prospettiva, le imprese del settore solare hanno voluto sottolineare l’importanza di IPCEI dedicato agli Inverter Fotovoltaici, sulla scia di quanto già avvenuto per batterie e idrogeno.
“Dobbiamo basarci sulla storia di successo degli inverter europei”, ha commentato Dries Acke, vice CEO e direttore delle politiche di SolarPower Europe. “L’ondata di elettrificazione rappresenta un’opportunità fondamentale per gli inverter europei per cogliere il vantaggio dell’innovazione e stabilire una quota di mercato globale competitiva. Un IPCEI costituisce la base affinché l’Europa consolidi la sua posizione di leader mondiale negli inverter che fanno il possibile, supportando la rete, garantendo la preparazione informatica e rafforzando l’interoperabilità digitale”.
La produzione europea di Inverter solari
I numeri di partenza sono molti buoni. Oggi l’Europa ospita più di 82 GW di capacità produttiva annua per gli inverter solari, impiegando 35.000 posti di lavoro diretti e indiretti, che rappresentano il 72% di tutti i posti di lavoro nella catena di fornitura fotovoltaica in Europa. E SMA, Power Electronics, Fronius, Fimer e Kaco sono tra i principali fabbricati europei di inverter.
Tutti questi numeri, tuttavia, non vanno dati per scontati. “Gli inverter sono componenti elettronici di potenza e, come altre industrie elettroniche, sono stati gravemente colpiti dalla crisi dei semiconduttori“. Non solo. Questi apparecchi sono costituiti da migliaia di componenti, caratteristica alla base delle loro prestazioni manche punto debole se si guarda alla catena di fornitura e ai suoi possibili problemi.
“In un momento in cui il mondo sta guardando con occhi nuovi alla produzione globale e stanno proliferando programmi industriali nuovi e più robusti, la produzione in Europa è sempre più messa alla prova. Paesi come la Cina e gli Stati Uniti sostengono la produzione interna di inverter solari, mentre l’aiuto europeo è in ritardo, mettendo i produttori europei in una posizione di svantaggio competitivo con questi prodotti sul mercato. Particolarmente colpiti sono i prodotti inverter ad alto volume per il segmento dei tetti solari”. Quindi mentre alcune aziende europee continuano a crescere e ad annunciare piani di reinvestimento, la loro quota di mercato relativa in Europa si sta riducendo.
IPCEI Inverter solari, quali obiettivi
Il gruppo di Industriali assieme a SolarPower Europe ha individuato alcuni obiettivi che il progetto dovrebbe includere come il miglioramento della capacità tecnica dell’elettronica di potenza, dell’accesso ai componenti critici e riduzione del fabbisogno di materiali, una maggiore capacità di sicurezza informatica e un rafforzamento della digitalizzazione. Includendo una tabella di marcia per garantire l’interoperabilità tra gli inverter europei e il sistema energetico.
Poiché Germania, Austria, Spagna e Italia attualmente ospitano la maggior capacità produttiva di inverter, la proposta identifica i paesi come potenziali Stati membri leader del progetto.