Stati Uniti, Cina e UK sono i paesi più attrattivi per gli investimenti in energie rinnovabili e batterie secondo il report RECAI. La sorpresa Italia, entra nella Top10 globale e si posiziona al 6° posto
di Paolo Travisi
Ben 1,8mila mld investiti in energia pulita nel 2023
Stati Uniti, Cina e Regno Unito, ecco la triade dei mercati più attraenti per gli investimenti nell‘accumulo a batterie (BESS – sistemi di stoccaggio a batterie) sullo scenario mondiale, secondo il consueto report RECAI 2024 sull’Indice di Attrattività dei Paesi per le Energie Rinnovabili, elaborato da EY; ma se il parametro diventa l’attrattività per investimenti nelle rinnovabili, supportati anche da un grande impegno politico, ecco che la Top 3 cambia e gli inglesi vengono sostituiti dalla Germania, mentre americani e cinesi restano sempre saldamente in testa. Ma c’è anche una bella novità per l’Italia, che sta realmente scaldando le montagne, oltre che la classifica di RECAI.
Boom di investimenti, ma l’obiettivo 2030 è lontano
Sul piatto, nel 2023, sono cresciuti, e molto, i soldi investiti in energia pulita con un pacchetto da 1,8mila miliardi di dollari – registrando in assoluto il più grande aumento in termini di capacità, pari a 507 GW – di cui 660 miliardi di dollari destinati alle rinnovabili.
Nonostante la massa di liquidità, gli investimenti restano comunque insufficienti, per garantire al mondo di raggiungere l’obiettivo della COP28 di triplicare la capacità delle rinnovabili entro il 2030. Purtroppo anni di sottoinvestimenti nelle infrastrutture hanno portato alla congestione della rete che in molti mercati maturi ha raggiunto proporzioni acute, erodendo il valore degli investimenti, limitando fortemente crescita e sviluppo. Basti pensare che solo in Europa, per centrare il goal, gli investimenti annuali nelle reti di distribuzione devono raddoppiare a 67 miliardi di euro entro il 2050, secondo lo studio EY-Eurelectric Grids for Speed.
Per superare la “crisi” la soluzione è nei BESS
La salvezza, dunque, potrebbe arrivare dallo stoccaggio di energia, inclusi i sistemi di accumulo di energia a batteria (BESS), che da una parte aiuterebbero la rete e dall’altra costituirebbero un’opportunità redditizia per gli investitori. Secondo Arnaud de Giovanni, EY Global Renewables Leader, “l’aumento dei sistemi di accumulo di energia a batteria può aiutare a risolvere molteplici problemi che ostacolano i progressi nell’energia pulita, inclusa la stabilizzazione e il rafforzamento dell’infrastruttura della rete e la possibilità di collegare più risorse energetiche distribuite alla rete”.
La classifica di RECAI 2024 sui paesi che “attirano” le BESS
Dunque è evidente che con la proliferazione delle rinnovabili e la crescita dell’elettrificazione, i BESS giocheranno un ruolo chiave in un sistema energetico dinamico, smussando i picchi di domanda e di offerta, decongestionando la rete. Ma veniamo alla classifica di RECAI sui paesi che attirano maggiori investimenti nell’accumulo a batteria, che come dicevamo vede gli Stati Uniti in prima posizione, grazie al sostegno economico per un credito d’imposta del 30% previsto dall’Inflation Reduction Act, con lo stato della California in testa perché applica i BESS a tutti gli edifici.
La Cina che gode di un forte supporto governativo, sussidi e piani per ridurre i costi dei BESS del 30% entro il 2025, è al secondo posto. Il Regno Unito è terzo grazie ad una nuova legge sull’energia che classifica i BESS come risorsa di generazione, e ne facilita le regole sulla costruzione, offrendo strutture tariffarie specifiche.
L’Italia sale in classifica nella Top Ten
Fa piacere vedere che l’Italia, secondo la classifica di RECAI per i sistemi d’accumulo a batterie sia al sesto posto in classifica, subito dopo la Germania (5°), ma prima della Francia (9°) e di paesi come India (8°) e Giappone (10°), Secondo il report di EY è alta l’ambizione nazionale nell’attirare nuovi investitori, così come è interessante notare che l’Italia stia puntando a 71 GWh di accumuli di rete tramite il nuovo mercato a termine di Terna. Il Belpaese offre contratti a lungo termine a prezzo fisso da 12 a 14 anni, indicizzati all’inflazione, con Terna come controparte e le prime aste sono previste per dicembre 2024, con la prima consegna della capacità prevista nel 2027.
Per dare un’idea del grande salto in avanti dell’Italia, nel 2020 eravamo in 17° posizione, mentre nella precedente edizione era al 14°, quindi il miglioramento è molto evidente, e possiamo competere, in termini di attrattività, con i veri giganti del BESS. In particolare il report sottolinea che il Meridione del paese, nel dettaglio Sicilia, Sardegna, Puglia e parte della Calabria siano regioni molto attrattive, sia per la congestione della rete, che per la grande presenza di fonti rinnovabili come sole e vento da convertire in energia e quindi da stoccare in batterie.
“L’interesse degli investitori per i BESS è in aumento, ma questo non è un mercato facile da padroneggiare. Gli investimenti nei BESS sono un impegno a lungo termine, sono anche altamente localizzati e comportano più rischi rispetto ad alcuni altri investimenti in energia pulita. Il successo richiede la comprensione dell’interazione dinamica delle variazioni regionali, del design del mercato dell’elettricità, della tecnologia e del finanziamento, oltre all’accettazione della volatilità”, considera Ben Warren, capo redattore di EY RECAI.
Inoltre nel report dell’indice RECAI sui mercati maturi per investimenti in energie rinnovabili, i primi tre posti sono mantenuti da Stati Uniti, Cina e Germania, dove gli investitori sono attratti sia dalla chiara domanda di rinnovabili sia dal valore consolidato dei progetti. Anche qui l’Italia guadagna posizioni passando dal 30° al 13° posto, ma superata da Spagna e Francia.
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