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G7 Borgo Egnazia: tutti i dossier su energia e clima

Al centro del summit pugliese c’è l’Africa e il Piano Mattei di Meloni. Il governo vuole dargli più sostanza e prepara iniziative multilaterali su energia e sicurezza alimentare. Restano più sullo sfondo i temi dell’implementazione dell’accordo raggiunto alla Cop28 e quelli sugli aspetti finanziari della crisi climatica

G7 Borgo Egnazia: tutti i dossier su energia e clima
crediti: G7 Italy

La prima sessione del G7 Borgo Egnazia è dedicata all’Africa e al cambiamento climatico

Schiacciati tra guerra in Ucraina e a Gaza, la Cina, le sfide dell’intelligenza artificiale e qualche polemica (sul diritto all’aborto scomparso dalla bozza di dichiarazione finale), i dossier energia e clima sono finiti un po’ fuori dai riflettori puntati sul G7 di Borgo Egnazia. Al via oggi, il summit potrebbe limitarsi a ribadire gli impegni assunti negli incontri ministeriali di Torino e Stresa senza passi avanti sostanziali. L’attenzione del governo, in questo senso, è tutta puntata sul Piano Mattei, la strategia promossa da Meloni per costruire una partnership con l’Africa che tenga insieme sicurezza alimentare e cooperazione energetica, e servirebbe alla premier anche per il tema delle migrazioni.

Il Piano Mattei al centro del G7 Borgo Egnazia

La prima sessione del G7 ospitato nel resort Borgo Egnazia, a Fasano, sarà proprio dedicata all’Africa e al cambiamento climatico. Con gli altri paesi presenti al summit, l’Italia sta lavorando alla proposta di creare nuovi strumenti finanziari per supportare lo sviluppo del continente africano. Si tratterebbe di coinvolgere l’African Development Bank, la Partnership for Global Infrastructure and Investment del G7 e l’Unione Europea con l’obiettivo di creare nuovi canali per finanziare progetti nei paesi in via di sviluppo, includendo investimenti strutturali, assistenza tecnica e assicurazioni.

Tra le iniziative in discussione, potrebbe vedere la luce una ‘Energy for Growth in Africa Initiative’, focalizzata sugli investimenti in energia pulita (con la grande incognita del ruolo del gas) e sullo sviluppo infrastrutturale. Un’altra iniziativa riguarderebbe i sistemi alimentari e punterebbe a integrare interventi nel settore all’interno dei piani climatici. Passando soprattutto dalla filiera del caffè, per cui si cercherebbe di mobilitare tra i 200 milioni e 1 miliardo di euro. Risorse da investire per rendere più sostenibili e circolari le supply chain (ad esempio selezionando varietà più resistenti alla crisi climatica), aiutare i produttori locali (anche nell’adeguamento alla normativa UE, come quella contro la deforestazione), arrivare a condizioni salariali più eque.

Preparare il campo alla Cop29 di Baku

Il linguaggio usato nella dichiarazione finale del G7 Borgo Egnazia dirà molto sul tipo di impegno che le principali economie mondiali intendono portare al tavolo della Cop29 il prossimo novembre. Nelle ministeriali dei mesi scorsi è stato gettato un ponte con la Cop28, riconoscendo la volontà di concretizzare i principi stabiliti a Dubai. A partire da quello dell’abbandono graduale delle fonti fossili. E all’impegno di allineare a 1,5°C i prossimi Contributi Nazionali Volontari (NDC), con più trasparenza (riduzioni di emissioni in volumi assoluti, riguardo a tutti i gas serra e in tutti i settori dell’economia).

“Il G7 italiano rappresenta il primo punto di contatto tra gli impegni della COP28 di Dubai e la COP29 di Baku e la COP30 in Brasile nel 2025. In Puglia sarà necessario gettare le basi per la creazione di un nuovo regime finanziario globale e per lo sviluppo di piani di decarbonizzazione allineati all’obiettivo l’1,5 °C, capaci di sbloccare investimenti pubblici e privati”, scrive Luca Bergamaschi di ECCO. Che giudica come dei passi avanti possibili chiarimenti sull’obiettivo di triplicare la capacità di rinnovabili al 2030, sul sostegno pubblico ai nuovi investimenti nel gas e sui progetti di nuove esplorazioni di petrolio e gas.

L’altro grande tema è quello della finanza. Due i pilastri. Da un lato, c’è il dossier della finanza climatica e del Nuovo Obiettivo Collettivo Quantificato (NCQG), cioè il nuovo target post 2025 che rimpiazzerà l’attuale di 100 mld $ l’anno e sarà al centro dei negoziati di Baku. Dall’altro, strettamente collegato, quello della riforma dell’architettura finanziaria internazionale, necessaria per riuscire a mobilitare i volumi di risorse necessari e a condizioni sostenibili per i paesi più vulnerabili.

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About Author / Lorenzo Marinone

Scrive per Rinnovabili dal 2016 ed è responsabile della sezione Clima & Ambiente. Si occupa in particolare di politiche per la transizione ecologica a livello nazionale, europeo e internazionale e di scienza del clima. Segue anche i temi legati allo sviluppo della mobilità sostenibile. In precedenza si è occupato di questi temi anche per altri siti online e riviste italiane.