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Il patto USA sulla plastica è fallito: obiettivi rinviati

A un anno dalla scadenza, il patto USA sulla plastica non ha centrato gli obiettivi di riduzione previsti. Ora li attenua e li sposta al 2030

patto usa sulla plastica
Foto di Brian Yurasits su Unsplash

Il problema del patto USA sulla plastica è che non ha nulla di vincolante

Il patto USA sulla plastica era una roadmap per la riduzione dei rifiuti di plastica lanciata dal WWF e da The Recycling Partnership nel 2020. Il patto, creato nel quadro dei patti anti-rifiuti della Fondazione Ellen McArthur, era stato firmato da aziende come Coca Cola, Nestlé e Kraft. Nato con orizzonte 2025, a pochi mesi dalla scadenza è chiaro che ha ha fallito i suoi obiettivi.

Tra questi, la definizione degli imballaggi problematici, la garanzia che il 100% degli imballaggi in plastica sarebbe stato riutilizzabile, riciclabile e compostabile e il raggiungimento di una media del 30% di contenuto riciclato o di contenuto biologico di provenienza responsabile. 

Sul sito del patto USA sulla plastica è comparso da poco un aggiornamento: gli obiettivi si spostano al 2030. La domanda è: basterà?

I numeri del patto USA sulla plastica

Alla fine del 2022, meno della metà dei partecipanti era riuscito a raggiungere il 100% di imballaggi riutilizzabili, riciclabili e compostabili, rispetto a un valore di riferimento iniziale del 37%. Questo ritardo ha portato alla decisione di estendere la scadenza degli obiettivi al 2030, descritta dallo US Plastics Pact come una “evoluzione”.

La roadmap 2.0 introduce nuovi obiettivi, tra cui lo sviluppo di imballaggi riutilizzabili, sebbene senza specificare i numeri. Un altro obiettivo chiave è l’eliminazione degli “articoli problematici e non necessari” entro il 2026. Questo aggiornamento mostra come i patti fondati su strette di mano, senza meccanismi di implementazione e sanzioni, rappresentino spesso un buco nell’acqua.

“L’attuale dipendenza dalla plastica vergine è insostenibile”, ha detto Emily Tipaldo, direttrice esecutiva del Plastics Pact negli Stati Uniti. “La roadmap 2.0 mira a fare una differenza tangibile cambiando il modo in cui progettiamo, utilizziamo e riutilizziamo la plastica. L’attenzione si concentra sui passi pratici e realizzabili che le aziende possono intraprendere per contribuire a un’economia circolare”.

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