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Apicoltura, il Ministero della Salute incontra le rappresentanze degli apicoltori

L’apicoltura italiana è stretta fra gli effetti del cambiamento climatico, la diffusione di sostanze chimiche che fanno morire le api e pratiche commerciali scorrette sul miele che proviene dai paesi extra-UE. L’incontro fra Ministero della Salute e associazioni di apicoltori ha chiarito le complessità dei regolamenti per un sistema di allevamento senza terra

Apicoltori al Ministero della Salute
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Apicoltura, la peculiarità dell’allevamento senza terra

L’apicoltura è un’attività da proteggere e da incentivare. Se le api soffrono a causa del cambiamento climatico e dell’immissione nell’ambiente di sostanze tossiche come fertilizzanti e pesticidi, l’apicoltura è messa alle strette anche dall’importazione di miele da paesi extra-UE che non rispettano le regole a cui sono tenuti i nostri produttori.

Il lavoro delle api per la sicurezza alimentare

Con la diminuzione del numero delle api diminuisce anche la loro attività di impollinazione, fondamentale per il mantenimento della biodiversità e per la sopravvivenza di molte specie vegetali e da frutto che servono per la nutrizione umana.

Senza api ci sarebbe circa l’80% di specie vegetali in meno: un evidente colpo mortale alla sicurezza alimentare.

Il sottosegretario di Stato con delega alla sanità animale, Marcello Gemmato, ha convocato per la prima volta un tavolo di concertazione intorno al quale si è riunita una delegazione unitaria del settore dell’apicoltura italiana.

A tale incontro, che si è svolto al Ministero della Salute, hanno partecipato FAI-Federazione Apicoltori Italiani, MIC-Miele in Cooperativa e UNAAPI-Unione Nazionale delle Associazioni Apicoltori Italiani.

Le delegazioni di apicoltori al Ministero della Salute

Alla FAI, ente collegato a Confagricoltura e presente su tutto il territorio nazionale, aderiscono consorzi degli apicoltori, associazioni dei produttori apistici, libere associazioni, apicoltori, imprenditori apistici e professionisti a titolo principale.

MIC è un’associazione libera che si occupa di rappresentare, tutelare e valorizzare l’apicoltura italiana nel segno delle 3 A: api, aziende apistiche e ambiente. Ne fanno parte associazioni e cooperative legate al territorio.

UNAAPI è un’associazione per la salvaguardia di api e apicoltura a cui aderiscono le associazioni apistiche territoriali di 17 regioni italiane, Aapi (Associazione Apicoltori Professionisti Italiani), Copait (Associazione per la produzione e valorizzazione della pappa reale fresca italiana), Aissa (Associazione per la Salvaguardia e la Selezione di Apis mellifera).

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I chiarimenti normativi per l’apicoltura

Al tavolo convocato dal Ministero della Salute hanno partecipato Ettore Ruggi d’Aragona, capo della segreteria del sottosegretario di Stato, i dirigenti della Direzione generale della Sanità animale e dei Farmaci e i responsabili del Centro servizi nazionale che gestisce l’anagrafe apistica.

Obiettivo dell’incontro è stato chiarire i complessi aspetti applicativi del Sistema di Identificazione e Registrazione (I&R) previsto dal D.Lgs n. 134/2022, che attua il Regolamento (UE) 2016/429. Infatti, la peculiarità dell’apicoltura è quella di essere un allevamento senza terra: un fatto che non ha riscontro in nessun altro tipo di allevamento zootecnico.

L’apicoltura italiana occupa 75mila apicoltori, che gestiscono un patrimonio di 1.740mila colonie di api, regolarmente censite e iscritte nella Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe apistica.

L’Anagrafe apistica è uno dei sistemi più progrediti in ambito UE: in caso di emergenza sanitaria degli allevamenti, fornisce tempestivamente dati e informazioni utili alla salvaguardia del patrimonio apistico. Il Ministero della Salute ha voluto perfezionare un’azione di tutela di cui potranno beneficiare gli apicoltori italiani.

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