Roma non ha adottato in modo pieno e corretto la direttiva SUP che ha messo al bando alcuni prodotti in plastica monouso dal 2021. E non ha mai presentato la sua pianificazione dello spazio marittimo per assicurare che l’impatto delle attività umane su questi ecosistemi sia sostenibile, anche se la scadenza era più di 3 anni fa
L’Italia ha 2 mesi di tempo per rispondere all’UE sulla plastica monouso
L’Italia non ha trasposto “in modo pieno e corretto” nella sua legislazione la direttiva UE sulla Plastica Monouso del 2019. E non ha preparato le carte sulla pianificazione dello spazio marittimo, prevista invece da una direttiva di 10 anni fa. Bruxelles richiama due volte Roma nel nuovo pacchetto di procedure di infrazione, annunciato il 23 maggio.
L’Italia inciampa sulla plastica monouso
Da Bruxelles arriva così il primo passo verso l’apertura formale di una procedura di infrazione per quanto riguarda la plastica monouso. La direttiva 2019/904 vietava dal 3 luglio 2021 che gli Stati membri immettessero sul mercato comunitario determinati prodotti in single-use plastic (SUP). Tra cui cotton-fioc, posate, piatti, cannucce, palette, bastoncini per palloncini realizzati in plastica, nonché alcuni contenitori alimentari in polistirolo espanso. E anche i prodotti realizzati con polimeri plastici biodegradabili e/o a base biologica.
“L’Italia non è riuscita a recepire, o a recepire correttamente, diverse disposizioni della direttiva sulla plastica monouso nel diritto nazionale, il che ne influenza la portata e l’applicazione”, motiva l’esecutivo UE. Alla base di tutto c’è un bisticcio procedurale, che ha però ricadute sostanziali. La procedura di recepimento delle direttive UE prevede che i paesi membri inviino a Bruxelles tutta la documentazione tecnica relativa, e che attendano 3 mesi prima di adottarla formalmente nella legislazione nazionale. Un periodo durante il quale la Commissione UE può avanzare osservazioni e segnalare aspetti problematici.
“L’Italia ha violato le norme procedurali stabilite da tale direttiva adottando la legislazione di recepimento della direttiva sulla plastica monouso durante il periodo di stallo, mentre il dialogo con la Commissione era ancora in corso”, spiega l’UE. L’Italia adesso a due mesi di tempo per rispondere ai rilievi avanzati da Bruxelles. Se non saranno giudicati adeguati, potrebbe scattare ufficialmente la procedura di infrazione.
Tutela dello spazio marittimo, non pervenuta
Roma è stata invece direttamente deferita alla Corte di giustizia UE per la mancata corretta implementazione della direttiva 2014/89/EU, secondo la quale ogni paese membro è tenuto a comunicare a Bruxelles la propria pianificazione spaziale marittima, cioè l’insieme di misure e criteri con cui si gestisce e organizza ogni tipo di attività antropica nelle aree marine, seguendo la stella polare della loro sostenibilità.
La data di scadenza per presentare i documenti era il 31 marzo 2021. L’Italia è quindi in ritardo di più di 3 anni. In passato erano già arrivati due solleciti dall’UE, uno a dicembre 2021 nella forma di una nota di avvertimento formale, e la seconda ad aprile 2023 con un parere motivato.