Il produttore australiano ha raccolto 111mln di dollari per ampliare l'impianto a Wollongong, dove fabbrica un elettrolizzatore con un'efficienza record del 95%
Barret (CEO): “Hysata mira a ridurre il costo livellato dell’idrogeno”
Aveva fatto parlare di sé negli anni passati grazie alla messa a punto di un elettrolizzatore ad alta efficienza e basso costo. Oggi la startup Hysata torna ad attirare i riflettori della cronaca energetica grazie al più grande round di investimenti di serie B nel green tech della storia australiana. Il produttore ha fatto sapere proprio in questi giorni di aver ricevuto 111,3 milioni di dollari da un nutrito gruppo di investitori capeggiati da bp Ventures e Templewater. Dando nel contempo il benvenuto a nuovi finanziatori strategici del calibro di POSCO, la multinazionale sudcoreana impegnata nella produzione di acciaio.
A cosa servirà la nuova iniezione di risorse? Ad espandere la sua capacità di produzione di elettrolizzatori ad alta efficienza presso lo stabilimento di Wollongong, nel Galles del Sud, per poi puntare alla realizzazione di una vera e propria gigafactory. “Questo round di finanziamento, sostenuto da un gruppo di investitori di livello mondiale, dimostra l’impatto rivoluzionario che Hysata sta avendo sul panorama dell’idrogeno verde“, ha commentato Paul Barrett, CEO dell’azienda. “Rafforzerà il nostro team e migliorerà le nostre capacità, mentre ci muoviamo verso un’ampia disponibilità commerciale“.
Elettrolizzatori: Efficienza e Consumo di Energia
Il punto di forza dell’elettrolizzatore Hysata sta nell’elevata efficienza, che si traduce in consumi di energia elettrica più bassi rispetto alla media degli apparecchi oggi sul mercato.
Partiamo da un dato di fatto: nell’elettrolisi dell’acqua avremo sempre una certa perdita di energia a causa di diversi fattori. Dalla tensione extra che deve essere applicata per guidare la reazione elettrochimica alla dissipazione del calore, passando per le reazioni collaterali, la degradazione degli elettrodi o eventuali impurità presenti nell’elettrolita. E queste perdite si traducono anche in termini di consumi elettrici, che a loro volta influenzano il costo livellato della tecnologia.
Se l’efficienza fosse al 100% produrre un chilo di idrogeno verde richiederebbe 39 kWh di elettricità. Tuttavia, per i fattori sopra elencati i dispositivi commercialmente utilizzati per questo processo sono meno efficienti. In linea di massima l’elettrolisi alcalina convenzionale vanta un’efficienza di circa il 70% mentre quella con membrana a scambio protonico si aggira intorno all’80%. Come si traduce in termini di consumo? Attualmente i sistemi elettrolitici in commercio utilizzano circa 52,5 kWh di energia per generare un chilo di idrogeno.
E sono proprio questi numeri a rendere l’elettrolizzatore ad alta efficienza di Hysata interessante. La startup dichiara per il suo sistema un’efficienza del 95% e il fabbisogno di “soli” 41,5 kWh per produrre un chilo di idrogeno. Cifre che rendono il vettore come uno dei più economici in circolazione.
L’Elettrolizzatore ad Alta Efficienza Hysata
Come ha fatto l’azienda ad ottenere una simile prestazione? Attraverso una rimodulazione del design degli elettrolizzatori alcalini. L’innovazione, nata nei laboratori dell’Università di Wollongong, elimina il contatto tra gli elettrodi e le bolle di idrogeno e ossigeno nel fluido elettrolitico, passaggio in grado di ridurre le prestazioni degli stessi elettrodi.
La cella elettrolitica ad alimentazione capillare di Hysata evita questa interazione posizionando catodo e anodo sopra l’elettrolita, mentre un separatore a resistenza ultra-bassa completa il lavoro. Questo elemento, posto in mezzo agli elettrodi, aspira l’elettrolita tramite azione capillare. “E’ un polimero che assomiglia essenzialmente a una spugna da cucina, se lo guardi al microscopio“, spiega Tom Campey, direttore commerciale di Hysata durante un’intervista a HydrogenInsight. “Essendo saturo del nostro elettrolita, finisce per essere molto conduttivo pur avendo ottime proprietà come separatore e mantenendo i gas separati”.
Il risultato è un elettrolizzatore ad alta efficienza, capace di ridurre i costi operativi e il CAPEX. E secondo l’azienda anche più economico da installare e gestire. “La tecnologia Hysata – ha aggiunto Barret – rappresenta un’innovazione rivoluzionaria grazie alla sua elevata efficienza e ai bassi costi di installazione. Non vediamo l’ora di lavorare con i nostri azionisti, clienti e partner mentre continuiamo il nostro percorso di crescita”.
L’affollato Mercato degli Elettrolizzatori
Una crescita che non sarà facile almeno nel breve periodo. Al momento, infatti, il settore dell’idrogeno verde, aiutato da una serie di programmi nazionali, sta facendo i conti con investimenti in una nuova capacità che supera di fatto l’effettiva domanda a breve termine. Secondo un recente rapporto di BNEF le fabbriche di elettrolizzatori a livello globale hanno già un’offerta di circa 17 volte superiore alle vendite e la pianificazione di nuova capacità manifatturiera non sembra voler arrestarsi. Gli analisti stimano per l’anno in corso una domanda globale di elettrolizzatori di circa 4 GW e una produzione industriale che potrebbe arrivare a ben 54 GW.