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Luce UV e ossidazione elettrochimica per rimuovere i PFAS dall’acqua

Il processo per rimuovere i PFAS prodotti da schiume antincendio usate negli aeroporti è stato sviluppato da due università

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Foto di Tak-Kei Wong su Unsplash

La richiesta dell’EPA di rimuovere i PFAS dai siti contaminati accelera l’innovazione 

Ricercatori da due università statunitensi hanno scoperto un nuovo modo per rimuovere i PFAS da zone inquinate come gli aeroporti. In questi locali, infatti, si utilizzano schiume antincendio che contengono le “sostanze chimiche per sempre”. Il discorso vale sia per le basi aeree militari e che per gli aeroporti civili. 

Ora le aziende statunitensi sono obbligate a ridurre la contaminazione se i livelli superano 4 parti per trilione per certi composti PFAS. Molti materiali e prodotti contenenti i forever chemicals stanno sparendo dal mercato, come abbiamo raccontato di recente. Negli anni sono stati utilizzati in prodotti come i sacchetti di patatine o le pentole antiaderenti, ma le schiume antincendio sono una delle principali fonti di inquinamento da PFAS nelle acque sotterranee. Sono state utilizzate per decenni per spegnere gli incendi in centinaia di siti aeroportuali. Vengono anche applicate di routine a piccole fuoriuscite di carburante come misura precauzionale per prevenire gli incendi. 

Inventate dalla marina USA negli anni ’60, le schiume formano una pellicola acquosa intorno alla benzina e ad altri liquidi infiammabili che bruciano, privando rapidamente il fuoco di ossigeno. 

Ora urge un lavoro di ricerca per trovare da un lato le alternative, dall’altro per operare la decontaminazione degli ambienti. Una ricerca congiunta tra l’Università della California Riverside e la Clarkson University ha ora scoperto un nuovo metodo per rimuovere efficacemente questi inquinanti, rompendo i legami fluoro-carbonio.

Utilizzando luce UV, solfito e ossidazione elettrochimica, gli scienziati hanno ottenuto la distruzione quasi completa dei PFAS in campioni d’acqua contaminati dalle schiume. Questo approccio è stato efficace anche contro altri composti organici presenti nelle schiume stesse, senza richiedere temperature elevate o particolare pressione. La scoperta è particolarmente rilevante considerando l’ampia contaminazione delle acque sotterranee dovuta all’uso diffuso delle schiume antincendio. Il metodo può essere utilizzato per pulire attrezzature antincendio e contenitori residui di schiume. Inoltre, può aiutare le aziende mutiutility a gestire l’inquinamento delle acque sotterranee, consentendo la rigenerazione delle perle di resina utilizzate nei processi di trattamento.

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