Resta l’obiettivo di ridurre i consumi di energia del 20% al 2010, ma sono stati abbandonati i target annuali, perché privi di immediate conseguenze. La Cina, secondo Ma Kai, non rappresenta comunque una minaccia alla sicurezza energetica globale
La Cina ha abbandonato gli obiettivi annuali di risparmio energetico perché non tutti i suoi tentativi di raggiungere l’efficienza potrebbero dare risultati immediati. Quindi ora ha deciso di puntare ad un obiettivo da raggiungere tra cinque anni. È quanto ha dichiarato Ma Kai, capo del settore energetico all’interno della Commissione Nazionale dello Sviluppo e della Riforma, in occasione della sessione annuale del Congresso Nazionale del Popolo, Parlamento della Cina. Secondo il premier, la crescente pressione sulle risorse provocata dall’aumento dell’inquinamento e della richiesta di energia, costringe la Cina a seguire uno sviluppo più verde. ‘Il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni sono determinati da un certo numero di fattori. Alcune misure avranno un impatto immediato, mentre altre richiederanno tempo per diventare tangibili’, ha chiarito Ma Kai. Di fronte alle restrizioni imposte dalla scarsità di risorse e ai problemi ambientali, ha aggiunto, ‘non ci saranno altre scelte per la nazione’. Pechino si è impegnata a ridurre la quantità di energia impiegata per generare ogni dollaro del reddito nazionale del 20% entro il 2010. Nel 2006 aveva tentato invano di ridurre di un 4%, arrivando invece solo all’1%. Ma Kai ha anche precisato che la crescente domanda di energia della Cina non rappresenta una minaccia per la sicurezza globale, sottolineando l’elevata produzione nazionale di carbone e il consumo procapite di combustibili ben al di sotto di quello degli altri paesi industrializzati. (fonte Reuters)