Il pesce foraggio è ricco di nutrienti ed è una preziosa fonte di cibo per molte specie marine. Tuttavia, la maggior parte è utilizzata per produrre farina e olio per l’allevamento ittico. Uno studio evidenzia invece che il suo consumo in parziale alternativa a quello di carne rossa potrebbe avere un impatto benefico sulla salute delle persone
Piccoli pesci nutrienti ed economici
Il pesce foraggio – ovvero acciughe, aringhe, cicerelli, sardine e spratti, tutti piccoli pesci che fanno parte della categoria del pesce azzurro e che rappresentano circa il 30% della pesca marittima globale – è una preziosa fonte di cibo per molte specie marine, sia pesci, che uccelli marini e mammiferi. Inoltre è utilizzato anche per la produzione di farina e olio per l’allevamento ittico.
Una ricerca di studiosi australiani e giapponesi pubblicata dal “British Medical Journal” apre una nuova ipotesi di sfruttamento del pesce foraggio.
Sostituire parzialmente le carni rosse con il pesce foraggio
Unlocking the potential of forage fish to reduce the global burden of disease studia l’impatto dell’eventuale sostituzione della carne rossa con il pesce foraggio nella dieta. È noto, infatti, che un’alimentazione con un eccesso di carne rossa espone a un maggiore rischio di malattie non trasmissibili: cardiopatia ischemica, ictus, diabete e cancro del colon-retto che rappresentano la causa del 44% dei decessi a livello globale.
Si è detto spesso, anche su queste pagine, che entro il 2050 si dovrebbe ridurre il consumo di carni rosse per limitare l’inquinamento ambientale dovuto alle emissioni di gas serra e ridurre l’incidenza di malattie non trasmissibili. Il pesce foraggio sembra una risposta possibile: ha alte concentrazioni di nutrienti e previene le malattie non trasmissibili legate all’alimentazione. Inoltre, è il più economico e il più abbondante nei paesi a basso reddito.
I potenziali benefici per la salute pubblica
Tuttavia, solo il 26% del pescato è destinato all’alimentazione umana: il 74% diventa farina e olio di pesce per gli allevamenti di salmoni e trote, destinati ai consumatori ad alto reddito. Lo studio rileva che basterebbe una piccola frazione di pesce foraggio pescato nell’Africa sub-sahariana per nutrire i bambini sotto i 5 anni di età.
Non esistono ancora dati relativi agli effetti di una sostituzione totale della carne rossa con il pesce foraggio: lo studio si è limitato ad analizzare la possibilità di una sostituzione parziale e le sue ricadute benefiche sulla salute delle persone e dell’ambiente. Dimostra però che un consumo di pesce foraggio per l’alimentazione umana offrirebbe potenzialmente benefici rilevanti per la salute pubblica, in particolare in termini di riduzione dell’incidenza delle cardiopatie ischemiche.
Oli e farine per l’alimentazione animale
Oltre agli effetti positivi, ci sono effetti negativi legati al consumo di pesce, che contiene sostanze chimiche potenzialmente dannose come il metilmercurio e componenti simili alla diossina (non affrontati nello studio citato).
Per quanto riguarda l’alimentazione animale, alcune ricerche suggeriscono che altri mangimi a base di microalghe, soia e insetti potrebbero sostituire efficacemente la farina e l’olio di pesce nell’alimentazione delle specie allevate. Lo studio citato, infine, non ha considerato l’impatto del cambiamento climatico sul pesce foraggio, ma secondo una ricerca precedente la resa di pesce foraggio nel 2050 cambierebbe meno del 3% rispetto a quella del 2020, anche a fronte di emissioni severe.