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Dal Fraunhofer, il primo prototipo di passaporto digitale delle batterie

Secondo le nuove norme europee il settore dovrà dotarsi di un passaporto digitale delle batterie che tracci il percorso lungo tutta la filiera

passaporto digitale delle batterie
Foto di Kumpan Electric su Unsplash

Sul passaporto digitale delle batterie ci saranno anche le istruzioni per lo smontaggio e il riutilizzo

(Rinnovabili.it) – Dal febbraio 2027, le batterie dei veicoli elettrici, quelle dei mezzi di trasporto leggeri e quelle industriali ricaricabili con una capacità superiore a 2 kWh dovranno essere dotate di una dichiarazione obbligatoria dell’impronta di carbonio. Lo dice il regolamento sulle batterie e i loro rifiuti approvato lo scorso giugno. Inoltre, dovrà nascere un passaporto digitale delle batterie, che includa informazioni sul modello e l’utilizzo.

Questo documento traccia il percorso di una batteria lungo tutta la filiera. In pratica, fornisce dati dall’estrazione della materia prima alla produzione, all’uso, al riutilizzo e al riciclo, garantendo trasparenza. Il passaporto della batteria contiene dati sulla sostenibilità e la responsabilità, tra cui l’impronta di carbonio, le condizioni di lavoro, le sostanze pericolose e la riciclabilità. Le istruzioni per lo smontaggio facilitano il riutilizzo dei componenti delle batterie, in linea con modelli di business più circolari.

La prima bozza di standard di passaporto presentata ad Hannover

In questo quadro, il consorzio Battery Pass sta sviluppando raccomandazioni in termini di contenuto e tecnologia per l’implementazione del passaporto. I ricercatori del Fraunhofer Institute, che partecipano al consorzio, sono responsabili della progettazione e dell’implementazione degli standard tecnici. Dal 22 al 26 aprile presenteranno una bozza di standard alla Fiera di Hannover. Lo standard tecnico è progettato per consentire l’implementazione dei passaporti per batterie, anche per tutti gli altri tipi di passaporti per prodotti digitali, in modo che sia scalabile.

Il passaporto opera come un sistema software decentralizzato, con i dati memorizzati in spazi distribuiti e gestiti dai produttori e dai fornitori. Interfacce, diritti di accesso e funzioni devono essere standardizzati per garantire l’interoperabilità e la sicurezza dei dati.
Sarà un’esperienza pionieristica nel settore dei passaporti digitali dei prodotti a livello europeo, alla quale potrebbero accodarsi quelli che dovranno essere sviluppati per altri settori come tessile, elettronica e materiali edilizi.

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