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Roma in regola con Kyoto, ma attenzione al terziario emergente

Importanti aspettative sulle riduzioni delle emissioni sono previste dall’attuazione della coraggiosa Delibera 48 che pone la città di Roma in prima linea sul grande fronte internazionale della Sostenibilità

L’Assessore alle Politiche Ambientali ed Agricole del Comune di Roma, Dario Esposito, ci accoglie con la cordialità di sempre nel suo ufficio immerso nel verde. Il suo atteggiamento sui grandi temi della sostenibilità della capitale è quello rassicurante di un veterano, dopo un impegno di molti anni e grandi battaglie al suo attivo.

*Assessore Dario Esposito, il percorso di Roma per la sostenibilità è iniziato dal lontano 1994 con la firma della ‘Carta di Aalborg’. Da allora come è cambiata la sensibilità della città su queste tematiche?*
Ci sono due aspetti che vorrei scindere. Da una parte come è cambiata la sensibilità all’interno dell’Amministrazione. Dall’altra come questo mutamento sia avvenuto nella città e tra i cittadini grazie ad alcune iniziative importanti che in questi anni siamo riusciti a realizzare. Penso, ad esempio, all’approvazione dell’ultimo Piano Regolatore che è stato il punto di sintesi di tante iniziative condivise dalla nostra Amministrazione. Come si sa, il Piano Regolatore è lo strumento che disegna il modello di città che si vuole costruire o conservare per le prossime generazioni. È in questo senso la conferma che il 40% del territorio romano è costituito da aree naturali protette, mi sembra un dato rassicurante. Altro elemento importante: è cambiata molto la sensibilità, sempre rispetto agli anni precedenti, per l’innovazione tecnologica, specialmente nell’ambito del terziario avanzato.
Riguardo al progetto Roma per Kyoto, abbiamo svolto degli studi che ci portano a prevedere, nell’attuazione integrale del Piano Regolatore con la Delibera 48, quella, per intenderci, che prevede l’incremento del contenimento delle emissioni, potenziando l’efficienza energetica degli edifici e l’utilizzo di fonti rinnovabili.
Attuando queste prescrizioni abbiamo in proiezione un sostanziale raggiungimento degli obiettivi previsti dal protocollo di Kyoto. Otteniamo buoni risultati sulla flessione delle emissioni sul fronte dei rifiuti (raccolta differenziata) e della mobilità (realizzazione delle nuove linee della metropolitana). Abbiamo invece un incremento notevole sul fronte del terziario (e dei consumi che ciò comporta). Su questo dovremmo essere più vigili. Proprio nell’ultima giunta ho rappresentato il problema che la realizzazione a Roma di grandi centri commerciali (edifici per loro natura molto energivori), impone un obbligo più consistente sull’adozione di tecnologie per il contenimento dei consumi e l’uso di fonti rinnovabili. Vede, come al solito nel nostro Paese le norme sono avanzate, ma la loro applicazione viaggia su altri binari.

*Sforzandosi di mettere da parte eventuali ipersensibilità ambientali, quali sono le reali emergenze che pongono, una grande città come Roma, in prima linea nella scelta di interventi di sostenibilità?*
Innanzitutto fino a pochi mesi fa l’allarme dei cambiamenti climatici era condiviso solo da una sparuta rappresentanza della nostra cittadinanza. Oggi questo è uno dei temi che maggiormente raccoglie la sensibilità dell’opinione pubblica. Anzi direi che i cittadini stanno dimostrando una volontà di svolgere azioni concrete, in questa direzione, maggiore delle istituzioni. Siamo nella fase in cui la politica deve dare soluzioni concrete a queste esigenze, esigenze cosi chiaramente avvertite dall’opinione pubblica.

*Attraverso il progetto Roma per Kyoto, varato nel 2004 e della durata di quattro anni, la città ha assunto l’impegno di stilare un Piano di Azione autonomo rispetto a quello nazionale con l’autoimpegno ad una riduzione del 6.5% nel 2012 (rispetto al 1990). Quali sono i reali risultati attualmente ottenuti?*
Il progetto Roma per Kyoto prevedeva innanzitutto un’analisi comparativa delle emissioni, rispetto al 1990, per tre distinti scenari che stimano al 2012 le emissioni delle città.
Il primo, a politiche invariate, chiaramente non rispettava l’obiettivo. Un secondo scenario prevedeva le proiezioni dei risultati derivati dalle politiche già intraprese dall’Amministrazione, suddivise nei vari comparti. Ne risulta, come ho già accennato, un rassicurante risultato nel settore della raccolta e trattamento dei rifiuti, della mobilità, dell’edilizia privata. Molto meno, come ho accennato, nel terziario.
Il terzo scenario del progetto di Roma per Kyoto prevede gli effetti derivanti dalle azioni ulteriori attivatie dall’Amministrazione, come quelle in atto nel XV Municipio.
In questa parte della città abbiamo concentrato alcune azioni che vanno dalla realizzazione di impianti fotovoltaici, da inserire sulle scuole, alla formazione dei tecnici municipali sul risparmio energetico, alla realizzazione di un programma di forestazione nella zona della collina di Monte Cucco, alla partenza, infine, di uno studio sul territorio finalizzato ad introdurre azioni di viabilità sostenibile, con percorsi ciclabili ed un sistema di adduzione alla viabilità.
Ecco, ritengo che il grosso del lavoro che noi dobbiamo fare nei prossimi anni sia riuscire a riportare questo modello al resto della città.

*A proposito della solarizzazione delle scuole nel Municipio XV, non ritiene Assessore, che la grande corsa, a cui stiamo assistendo, del fotovoltaico sia un po’ indiscriminata in quanto ha pochi “paletti” per garantire, alle prossime generazioni, impianti di qualità? Alludo al difficile tema dell’integrazione delle tecnologie nel territorio…*
Ritengo che a questo proposito ci siano alcuni aspetti nodali. Il primo è la formazione dei tecnici, tema molto sentito nella Pubblica Amministrazione che soffre notoriamente dello svecchiamento dei Quadri, per una politica di contenimento economico che ha ridotto l’immissione di giovani nella struttura Pubblica. Tagliano fuori, quindi, le nuove istanze universitarie che solo i giovani possono offrire. Il secondo è che l’industria italiana è molto arretrata nel settore. Pensi che attualmente siamo in condizione di dover acquistare prodotti del settore rinnovabile quasi esclusivamente all’estero: vuol dire che non si è creduto in queste opportunità e di conseguenza non si è investito.

*Alcuni osservatori stranieri prevedono che l’anello debole del boom delle rinnovabili in Italia sarà proprio la mancanza di una reale formazione professionale…*
Debbo dire che a questo proposito il X Dipartimento ha organizzato molte iniziative rivolte proprio alla informazione e formazione professionale, ma sicuramente sono d’accordo con lei che bisognerebbe varare dei programmi formativi costanti nel tempo. In questo senso ritengo importante potenziare l’efficacia dell’Agenzia per il Risparmio energetico della nostra città, RomaEnergia, che deve trasformarsi da struttura che progetta interventi a entità che informi i cittadini sulle opportunità delle rinnovabili e formi i tecnici per il nuovo mercato. Ciò potrebbe permettere alla nostra città di fare il salto di qualità.

*Parliamo della vostra Delibera 48. A qualche mese dalla sua attuazione, mi vuole riassumere su quali aspetti possiamo già registrare dei primi risultati.*
Gli aspetti salienti sono di rendere obbligatori, per ogni edificio di nuova costruzione, interventi sul risparmio energetico e l’introduzione dell’uso di energia da fonte rinnovabile con la finalità del 50% del fabbisogno per gli edifici pubblici ed il 30% per quelli privati.
Tutto ciò attraverso interventi ‘complessivi’ che vanno, oltre all’uso del solare, al contenimento della dispersione del calore ed alla raccolta dell’ acqua piovana. La delibera 48 ha avuto, dopo un primo periodo di rodaggio, una sua consistente attuazione, anche se, per alcuni aspetti marginali potrebbe essere ancora migliorata. Attualmente stiamo vivendo una seconda fase, che è quella della certificazione degli interventi. Ciò con la finalità di monitorare non solo i risultai attesi ma quelli realmente ottenuti.

*Infine, Assessore Esposito, quale augurio al futuro della nostra città…*
È importante far capire che le questioni ambientali, specialmente in una città come la nostra, non possono essere limitate alle competenze di un singolo Assessorato. Realizzare, ad esempio, un sistema di viabilità sostenibile non può essere attuato senza l’impegno dell’Assessorato della viabilità, come interventi sull’edilizia non possono eludere la competenza dell’Assessorato ai Lavori Pubblici.
L’obiettivo basilare dei prossimi mesi del nostro lavoro amministrativo sarà proprio quello di fare in modo che queste politiche convergano in un’azione integrata dell’Amministrazione.
È questo l’augurio più grande che posso fare alla nostra straordinaria città, ed alla qualità della vita di noi tutti.