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In Africa 180 mila grandi scimmie perderanno casa per l’estrazione di minerali critici

Le attività di estrazione di minerali critici in 17 paesi africani rischia di distruggere l’habitat dei grandi primati, decimando le specie

estrazione di minerali critici
Foto di Kim Gorga su Unsplash

La transizione energetica che si basa sull’estrazione di minerali critici non deve ripetere errori del passato

(Rinnovabili.it) – Oltre un terzo della popolazione di grandi primati in Africa è minacciato dall’estrazione di minerali critici. E purtroppo non è una buona notizia per la transizione energetica. Infatti, le grandi scimmie rischiano di perdere il loro habitat a causa della crescente domanda di materiali essenziali per le tecnologie energetiche green. Le regioni dell’Africa occidentale come Liberia, Sierra Leone, Mali e Guinea sono particolarmente a rischio. La Guinea potrebbe subire un impatto sull’83% della sua popolazione di primati a causa delle miniere. Queste attività minacciano circa 180 mila grandi primati in totale. 

I numeri vengono da uno studio condotto dall’associazione ambientalista texana Re:wild e pubblicato da Science Advances. Il team che ci ha lavorato ha sovrapposto la posizione dei siti minerari operativi e pianificati in 17 paesi africani con i dati disponibili sulla densità e la distribuzione delle popolazioni di scimmie. Il gruppo ha poi tracciato una “zona cuscinetto” di 50 chilometri intorno ai siti minerari, per tenere conto sia degli impatti diretti sulle popolazioni di scimmie, come l’inquinamento acustico, la perdita di habitat e la diffusione di malattie, sia dei disturbi indiretti, come la costruzione di nuove strade di servizio e altre infrastrutture.

Materiali come cobalto, manganese e grafite, fondamentali per le batterie agli ioni di litio utilizzate nei veicoli elettrici, sono ampiamente presenti in queste regioni. Lo stesso vale per altri minerali come bauxite, platino e per lo stesso litio, che alimentano tecnologie verdi come turbine eoliche e pannelli solari.
La richiesta della ONG è che le aziende interrompano l’estrazione mineraria nelle aree cruciali per la conservazione dei primati. Per evitare di colpire queste specie dovrebbero concentrarsi invece sul riciclo dei materiali critici. La proposta comprende anche una maggiore trasparenza da parte delle società minerarie, esortandole a condurre valutazioni pubbliche della biodiversità presente sui potenziali siti minerari.

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