Il riso cultivar Telemaco è stato modificato dall’università di Milano spegnendo 3 geni correlati alla suscettibilità al brusone, la principale patologia fungina del riso. Un’azienda agricola di Mezzana Bigli ospiterà 200 piantine di riso OGM 2.0. Per l’ISPRA i rischi per la salute umana, animale e per l’ambiente sono “trascurabili”
L’UE sta modificando il regolamento sugli OGM per sdoganare le tecniche di evoluzione assistita
(Rinnovabili.it) – Parte dalla Lomellina la 1° sperimentazione in campo in Italia delle nuove tecniche di evoluzione assistita (TEA). Mentre l’Europa sta ancora modificando il regolamento sugli OGM per dare il via libera agli organismi geneticamente modificati attraverso l’editing del genoma basato su CRISPR/Cas9, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha rilasciato il 28 marzo la prima autorizzazione alla coltivazione sperimentale in pieno campo di una varietà modificata di riso. Il primo dei nuovi OGM da TEA è modificato per resistere alla sua principale patologia fungina, il brusone del riso.
A guidare la sperimentazione è l’università degli Studi di Milano, attraverso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Produzione, Territorio e Agroenergia e la professoressa Francesca Vittoria Brambilla.
Nuovi OGM da TEA, ok per il riso resistente al brusone
Tra pochi giorni, a inizio aprile, partirà la semina di riso varietà Telemaco RIS8imo, presso un’azienda agricola vicino a Pavia, la Società Agricola Federico Radice Fossati a Mezzana Bigli. Un appezzamento di 28 m2, all’interno di un campo di 400 m2, scelta compiuta per limitare la possibilità di impollinazione incrociata.
Il test prevede in tutto la semina di 200 piante di riso OGM in 8 parcelle da 1 m2, e la semina in altre 8 parcelle delle parentali, cioè la varietà originale non modificata. Attorno sarà seminata una fascia tampone con un’altra varietà di riso più alta in modo da formare una barriera fisica alla eventuale diffusione di polline dalle piante OGM 2.0. Il sito sarà circondato da una rete metallica e da reti anti-uccelli a maglia stretta.
Come altri nuovi OGM da TEA, al riso modificato dall’università di Milano sono stati “spenti” tre geni – Pi21, HMA1 e HMA2 – che sono correlati alla suscettibilità al Pyricularia oryzae, il fungo responsabile del brusone del riso. Il test servirà per valutare la resistenza della pianta OGM rispetto ai parentali. Il brusone può portare a una riduzione della resa annuale fino al 50%. Inoltre, i ricercatori hanno inserito un marcatore selettivo di resistenza all’antibiotico igromicina.
La richiesta è stata depositata a gennaio e ha ricevuto parere positivo dall’ISPRA il 28 febbraio. L’Istituto nella sua relazione sottolinea che la pianta “non forma strutture vegetative di sopravvivenza e non resiste ai freddi autunnali”, poiché muore sotto i 10°C mentre i semi resistono nel terreno anche a temperature inferiori. “In Europa non sono presenti specie selvatiche sessualmente compatibili ma il riso coltivato può incrociarsi con il riso infestante crodo”, aggiunge l’ISPRA. Considerando una serie di altre misure precauzionali che saranno adottate per la sperimentazione, l’Istituto conclude che i rischi per la salute umana ed animale e per l’ambiente “siano da ritenersi trascurabili”.
“Queste piante sono del tutto identiche alle normali piante di riso, mancano solo dei pezzettini di Dna e questo le rende resistenti agli attacchi del brusone”, spiega Brambilla. “Spero che questi nuovi strumenti genetici possano sviluppare piante utili per gli agricoltori in tempi brevi e compatibili con le loro richieste”.
La sperimentazione in campo “si fa per arrivare a produrre una coltura brevettata, perché questa tecnologia serve un modello agricolo industriale che fa dei brevetti la cifra distintiva”, sottolinea invece Stefano Mori, coordinatore del Centro Internazionale Crocevia. “Se grazie a una deregolamentazione europea questo riso arriverà alla coltivazione, non ci saranno misure di sicurezza a difendere i sistemi agricoli vicini dalla contaminazione”.