La produzione globale di acciaio, oggi, genera il 7-9% dei gas serra mondiali, più dell’UE. Il 90% delle emissioni deriva dalla raffinazione dei minerali di ferro. L’azienda statunitense Electra ha ideato un processo che permette di ottenere ferro puro a più del 99% a meno di 60°C e rimuovere contestualmente le impurità, permettendo così l’impiego di minerali di scarsa purezza
La nuova tecnologia della start-up statunitense è pronta per il test su scala commerciale
(Rinnovabili.it) – Raffinare i minerali di ferro di bassa qualità con un processo termico a meno di 60°C. Ottenendo ferro di purezza elevata. Impiegabile per la produzione di acciaio con normali forni elettrici ad arco, che hanno un’intensità energetica pari a 1/10 di un altoforno. È il processo messo a punto da una start-up statunitense, Electra, ora pronto per il test su scala commerciale. Un’innovazione che rivoluziona uno dei punti più critici, in termini di emissioni, della metallurgia. E spalanca le porte a una produzione di acciaio verde più sostenibile ed economicamente conveniente.
Dalla raffinazione del ferro deriva il 90% delle emissioni dell’acciaio
Oggi il settore globale dell’acciaio genera circa il 7-9% delle emissioni globali di gas serra e pesa per l’11% delle emissioni mondiali di CO2. Circa 3,7 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno, più di tutte quelle generate dall’Unione Europea.
Il 90% dell’impronta di carbonio complessiva deriva dalla raffinazione del ferro. A livello mondiale, il 62% della produzione di acciaio si basa su altoforni abbinati a forni a ossigeno basico (BOF) per convertire il minerale di ferro in ferro metallico, mentre il 29% deriva da forni elettrici ad arco (EAF). La prima tecnologia, ben più impattante in termini emissivi, è responsabile dell’86% delle emissioni totali dell’acciaio.
Tagliare l’impronta di carbonio del processo di raffinazione del ferro significa abbattere in modo sostanziale le emissioni di uno dei settori cosiddetti hard-to-abate.
Acciaio verde con il calore di una tazza di caffé
È proprio su questa parte del processo produttivo che interviene l’innovazione di Electra. Il processo messo a punto dalla start-up opera ad appena 60°C e consente “una perfetta integrazione di risorse energetiche rinnovabili intermittenti, rendendo possibile la produzione di ferro senza emissioni a temperature più fredde di quelle del caffè”, spiega Electra in una nota. Le principali impurità del minerale di ferro, come l’allumina e la silice, vengono poi selettivamente raffinate come coprodotti.
L’output è ferro metallico con una purezza superiore al 99%, che successivamente combinato con acciaio riciclato può essere impiegato per la produzione di acciaio verde in forni elettrici ad arco, alimentabili con energia pulita. In questo modo “si riducono al contempo l’intensità di capitale, i costi e gli sprechi lungo tutta la catena del valore”, sottolinea Electra.
I processi elettrochimici e idrometallurgici messi a punto dall’azienda accelera la dissoluzione del minerale di ferro, mantiene il ferro in soluzione e rimuove le impurità producendo piastre di ferro di circa 1 m2. La rimozione delle impurità integrata consente di impiegare come materie prime anche minerali di bassa qualità, cioè con un contenuto di ferro inferiore al 55%.